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Nato sull’isola caraibica di Trinidad, che fu un tempo colonia britannica, è stato uno scrittore che acquisì la cittadinanza britannica e divenne vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 2001.
Discendente di braccianti indiani che si erano trasferiti a Trinidad nel corso dell’Ottocento e figlio di un giornalista impiegato al Trinidad Guardian Newspaper, il giovane Vidia (questo era il suo soprannome) ebbe l’opportunità di entrare in contatto con il mondo della cultura fin dalla sua infanzia, all’interno di una realtà contrassegnata da limitazioni economiche. Dimostrando un’eccellente abilità nello studio, ottenne una borsa di studio che gli consentì di frequentare l’Università di Oxford in Inghilterra, dove si trasferì in giovane età. Dopo aver conseguito la laurea in letteratura inglese, con la stessa determinazione che lo aveva guidato nei suoi studi, prese la decisione di diventare uno scrittore. E grazie a questa determinazione riuscì a emergere, diventando uno dei più illustri autori contemporanei nella lingua inglese.
Autore estremamente prolifico, durante il corso di oltre cinquant’anni di carriera, Naipaul produsse un catalogo di opere che supera la trentina, abbracciando sia saggi che narrativa. I suoi primi lavori, impregnati di umorismo e ambientati a Trinidad, gli procurarono notorietà. Tuttavia, è la vastità di orizzonti esotici in cui si svolgono gran parte dei suoi romanzi che lo ha reso celebre. Naipaul si distinse come un acuto critico dell’era post-coloniale, in cui sia gli ex-colonizzatori che gli ex-colonizzati mostravano atteggiamenti spesso ridicoli o ambigui. Nel mondo dipinto da Naipaul, nessuno è risparmiato, e questo gli valse tanto elogi quanto critiche. La sua scrittura provocatoria e l’approccio sfrontato gli valsero accuse di occidentalismo e di giustificazione del colonialismo, anche se le sue origini esotiche e il colore della pelle sembravano suggerire un punto di vista opposto.
La firma distintiva del suo stile è un umorismo tagliente: nonostante la sua personalità burbera e ombrosa, la sua prosa è vibrante e acuta. Appassionato viaggiatore sin dagli anni ’60, scrisse vari memoir di viaggio, nei quali riuscì a cogliere con acutezza e ironia le peculiarità della società e della vita in diverse parti del mondo, da nazioni asiatiche come l’India a territori africani, del Medio Oriente e dell’Europa. Tuttavia, coloro che tentarono di intervistarlo si ritrovarono di fronte a un uomo restio a discutere di se stesso al di là dei suoi scritti.
Malgrado questo, i riconoscimenti per le sue imprese letterarie non si fecero attendere: nel 1971 conquistò il prestigioso Man Booker Prize, il più eminente onore letterario britannico per un autore vivente, assegnato per un’opera scritta quell’anno in lingua inglese. Il suo capolavoro, In uno Stato libero, gli valse questo riconoscimento. Nel 1990, la Regina Elisabetta II lo nominò Cavaliere, conferendogli il titolo onorifico. Nel 1999 ricevette il premio italiano Grinzane Cavour, ora noto come Premio Bottari Lattes Grinzane, per il suo contributo alle opere internazionali. Nel 2001, dopo oltre quattro decenni di carriera letteraria, Naipaul fu insignito del Premio Nobel per la letteratura, con la seguente motivazione: “per aver fuso una narrazione penetrante con un’osservazione accurata e incorruttibile, costringendoci ad aprire gli occhi su storie che prima ci erano nascoste”. Dopo aver ottenuto il Nobel, ormai in età avanzata, Naipaul ridusse notevolmente la sua produzione letteraria. Pubblicò ancora un paio di libri prima di ritirarsi definitivamente nella sua residenza londinese per concentrarsi sulla sua vita privata.
Nel 2008, in Inghilterra, fu pubblicata la biografia autorizzata di V.S. Naipaul. Intitolata “The World Is What It Is: The Authorized Biography of V.S. Naipaul” (in italiano: “Il mondo è quello che è: la biografia autorizzata di V.S. Naipaul”) e scritta dal biografo e storico Patrick French, tale opera non fu mai tradotta in italiano. Nella biografia, French traccia il percorso di vita dello scrittore, dalla difficile infanzia alla determinazione che lo portò a coronare il suo sogno di diventare scrittore. Esplora la sensazione di aver vissuto una sorta di “doppio esilio” per gran parte della vita, oltre alla battaglia con la depressione che lo afflisse per lungo tempo. La biografia esamina anche il particolare rapporto di Naipaul con sua moglie Pat, che lo accompagnò per quarant’anni e rimase al suo fianco nonostante una relazione extraconiugale ventennale. Naturalmente, la biografia approfondisce anche la relazione di Naipaul con la scrittura, la potenza delle sue parole e le tematiche distintive delle sue opere.
Uomo riservato per natura, devoto alla sua vita privata e all’atto di scrivere, Vidiadhar Surajprasad Naipaul si spense l’11 agosto 2018 a Londra.