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Nato a Danzica nel 1927 figlio di madre polacca e padre tedesco. Il paese dove è nato era un luogo multietnico in cui polacchi, tedeschi e kashubi convivevano tra tensioni e fatiche. I genitori del piccolo Günter possiedono una drogheria, e lui va a scuola fino a 15 anni.
E’ stato uno scrittore, poeta, saggista, drammaturgo, scultore e pittore tedesco, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1999. I suoi romanzi – a cominciare dall’esordio nel 1959 con Il tamburo di latta – hanno promosso in Germania l’avvio del dibattito critico e sociale attorno alla pesante eredità politica del Paese all’indomani della Seconda Guerra Mondiale.
Per tutta la sua esistenza, Günter Grass ha continuato in questo proposito di stimolare – spesso in modo provocatorio – il dibattito politico e sociale attorno ai grandi temi del conflitto, della violenza – anche di genere, come nel romanzo Il rombo del 1979 – e della disuguaglianza tra individui e comunità. La sua coscienza critica è stata tale da non fare sconti neppure a se stesso, portandolo a raccontare la sua – brevissima e improduttiva – militanza nelle SS da adolescente, come ricordato nella sua autobiografia Sbucciando la cipolla, 2006.
Un’onestà intellettuale che non ha mancato di provocare rabbia e indignazione, nel corso di tutta la carriera di Günter Grass, sia come scrittore sia come attivista.
Dopo la guerra fra il 1946 e il 1947 lavorò in una miniera e imparò a scolpire: per molti anni studiò scultura e grafica, dapprima a Düsseldorf, dove frequentò l’Accademia delle Belle arti, poi a Berlino. Dal 1983 al 1986 la sua autorevolezza anche in questo ambiente fu canonizzata con la nomina a presidente dell’Accademia delle Arti di Berlino.
Fra le molte mostre che l’hanno visto protagonista, va citata quella del 2011 all’Art Forum Würth di Capena, che ne ripercorreva l’opera con lavori datati tra il 1952 e i primi anni Duemila.
Oltre che romanziere, Grass è saggista e poeta, drammaturgo e scultore. Tra le sue opere più importanti ricordiamo Anestesia locale (Einaudi, 1971), Viaggio elettorale. Discorsi politici di uno scrittore (Einaudi, 1973), Dal diario di una lumaca (Einaudi, 1974), L’incontro di Telgte (Einaudi, 1982), La ratta (Einaudi, 1987), Mostrare la lingua (Einaudi, 1989), Il richiamo dell’ululone (Feltrinelli, 1992), È una lunga storia (Einaudi, 1998), Il mio secolo. Cento racconti (Einaudi, 1999) e Il passo del gambero (Einaudi, 2002); oltre che varie raccolte di poesie, saggistica e opere teatrali.
Günter Grass si è spento il 13 aprile 2015 in un ospedale di Lubecca