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Il 15 maggio 1891, a Kiev, in Ucraina, Michail Bulgakov nasce come il primo di sette fratelli. La città faceva parte dell’impero russo all’epoca. Il padre di Bulgakov era un professore di storia e critica delle religioni occidentali, mentre la madre era un’ex insegnante. Fin da bambino, Michail sviluppa una passione per il teatro e scrive commedie che i suoi fratelli mettono in scena.
Nel 1901, Michail Bulgakov comincia a frequentare il ginnasio di Kiev, dove coltiva un forte interesse per la letteratura russa ed europea. Tra i suoi autori preferiti figurano Dickens, Saltykov-Shchedrin, Dostojevskij e Gogol. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1907, Michail è educato dalla madre. Nel 1913, sposa Tatjana Lappèa. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si arruola come volontario per la Croce Rossa e viene inviato direttamente al fronte, dove subisce due gravi ferite, ma riesce a sopportare il dolore grazie alle iniezioni di morfina.
Dopo aver completato sette anni di corso, Michail Bulgakov si laurea in medicina nel 1916 presso l’Università di Kiev con una menzione d’onore. Viene poi inviato come dirigente medico nell’ospedale del circondario di Nikolskoe, situato nel governatorato di Smolensk, dove inizia a scrivere i sette racconti che costituiranno “Appunti di un giovane medico”.
Nel 1919, dopo aver lavorato come medico militare, Michail Bulgakov inizia a scrivere come giornalista nel Caucaso del Nord. Colpito dal tifo, riesce a sopravvivere quasi miracolosamente. Nel 1920, decide di abbandonare definitivamente la carriera medica per dedicarsi interamente alla letteratura. Il suo primo libro, intitolato “Prospettive future”, è una raccolta di feuilleton. Poco dopo si trasferisce a Vladikavkaz, dove scrive le sue prime due opere teatrali, “Autodifesa” e “I fratelli Turbin”, che ottengono grande successo.
Dopo aver viaggiato attraverso il Caucaso, Michail si stabilisce a Mosca, ma ha difficoltà a trovare un lavoro. Tuttavia, riesce ad ottenere un impiego come segretario per la sezione letteraria del Glavpolitprosvet (il Comitato Centrale della Repubblica per l’Educazione Politica). Nel settembre del 1921, insieme alla moglie, si trasferisce vicino alla stazione metropolitana Mayakovskaya e inizia a lavorare come corrispondente e autore di feuilleton per i giornali “Nakanune”, “Krasnaia Panorama” e “Gudok”.
Durante questo periodo, Michail scrive “Diaboliad”, “Uova fatali” e “Cuore di cane”, tre opere che mescolano elementi di fantascienza e una satira pungente. Tra il 1922 e il 1926, completa numerosi drammi, tra cui “L’appartamento di Zoyka”, ma nessuno viene prodotto. Inoltre, Joseph Stalin in persona censura “La corsa”, un’opera che descrive gli orrori di una guerra fratricida.
Bulgakov continua a essere bersaglio della censura e delle critiche negative per i suoi lavori. Nel 1926, la prima rappresentazione di “Moliere” riceve critiche negative dalla “Pravda”, mentre “Ivan Vasilievich”, “Gli ultimi giorni. Puskin” e “Don Chisciotte” vengono censurati. Nel 1926, pubblica “Morfina”, un libro in cui racconta del suo uso frequente della sostanza durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 1928, “L’appartamento di Zoyka” e “L’isola purpurea” vengono rappresentate a Mosca e, nonostante l’entusiasmo del pubblico, vengono osteggiate dalla critica.
Nel 1929, la sua carriera subisce un duro colpo quando la censura governativa impedisce la pubblicazione di tutti i suoi lavori e la messa in scena di tutte le sue opere teatrali. Bulgakov, impossibilitato a lasciare l’Unione Sovietica per incontrare i suoi fratelli a Parigi, scrive al governo dell’URSS chiedendo il permesso di espatriare. Stalin lo contatta due settimane dopo, negandogli il permesso di lasciare il paese ma offrendogli di lavorare al Teatro Accademico dell’Arte di Mosca come assistente del direttore di scena e nell’adattamento teatrale di “Le anime morte” di Gogol. Bulgakov accetta la proposta.
Nel 1932 Michail Bulgakov si sposa con Elena Sergeevna Silovskaja, che ispirerà il personaggio di Margherita nella sua opera più famosa, “Il Maestro e Margherita“, iniziata nel 1928. Negli anni successivi, continua a lavorare su questo romanzo, dedicandosi anche a nuove opere teatrali, racconti, critiche, libretti e adattamenti teatrali di racconti. Tuttavia, la maggior parte di questi lavori non viene mai pubblicata e molti altri vengono stroncati dalla critica.
Negli ultimi anni Trenta, Bulgakov collabora con il Teatro Bolshoi come librettista e consulente, ma abbandona presto l’incarico quando si accorge che nessuna delle sue opere sarebbe mai stata prodotta. Sebbene sia stato salvato dalle persecuzioni e dall’arresto grazie al sostegno personale di Josif Stalin, si sente comunque in gabbia perché i suoi scritti non possono essere pubblicati: racconti e opere teatrali vengono censurati uno dopo l’altro. Quando “Batum”, la sua ultima opera che propone un ritratto positivo dei primi giorni della rivoluzione staliniana, viene censurata prima ancora delle prove, egli – ormai disilluso e stremato – chiede nuovamente il permesso di lasciare il paese, ma gli viene negato.
Bulgakov dedica gli ultimi anni della sua vita alla scrittura, mentre le sue condizioni di salute peggiorano progressivamente. Il suo umore è altalenante, passando da momenti di ottimismo, in cui ritiene che la pubblicazione de “Il maestro e Margherita” sia ancora possibile, a momenti di profonda depressione, in cui sprofonda in una profonda disperazione. Nel 1939, organizza una lettura privata de “Il maestro e Margherita” per il suo ristretto circolo di amici. Il 19 marzo 1940, a soli cinquant’anni, Michail Bulgakov muore a Mosca a causa di una nefrosclerosi, la stessa malattia che aveva causato la morte di suo padre. Il suo corpo viene sepolto nel cimitero di Novodevicij.