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Il 16 dicembre 1775 nacque a Steventon, un villaggio dello Hampshire, la scrittrice britannica Jane Austen.
Austen non la lasciò mai l’Inghilterra, nemmeno per un viaggio all’estero, ma ebbe l’opportunità di percorrere e di visitare il suo Paese con una certa estensione, specialmente nell’area meridionale. Lo Hampshire, dove nacque e morì, è una contea della costa meridionale inglese caratterizzata da un entroterra collinoso che scende dolcemente fino al mare e favorita da un clima piuttosto mite rispetto alle abitudini delle isole britanniche. Jane Austen visse in questo paesaggio quieto e dominato dai boschi – e lo amò tantissimo – fino all’anno 1801, quando il padre, George Austen, decise di trasferire la famiglia nella bellissima città termale di Bath. Bath è un luogo fortemente simbolico per la narrativa di Austen poiché vi sono ambientate parti degli ultimi romanzi pubblicati; ma la scrittrice non vi si trovò molto a proprio agio, perché eccessivamente rumorosa, caotica, e abitata da gente particolarmente frivola. Bath era all’epoca una località “alla moda”, che in molti frequentavano semplicemente per ostentazione. Oggi a Bath si trova il Jane Austen Centre, ospitato in una casa di stile georgiano ricca di oggetti e memorabilia che ricordano il periodo di residenza della celebre scrittrice.
A seguito della morte del capofamiglia, Jane, Cassandra e la madre si trasferirono a Southampton, a casa del fratello Frank; nel 1809 decisero però di trasferirsi nel cottage di Chawton che l’altro fratello, Edward, aveva messo loro a disposizione. Il cottage è un luogo importantissimo, come vedremo, per la biografia e per l’opera dell’autrice. Qui Jane Austen spese gli ultimi anni della sua vita; nel maggio del 1817 Cassandra la accompagnò nella vicina Winchester per farla visitare da un medico famoso; ma la sua malattia già avanzata (le ipotesi più accreditate suggeriscono si sia trattato del morbo di Addison) non era più curabile e Jane Austen morì in città.
Il cottage di Chawton, in un ambiente tranquillo e immerso nel verde, con un piccolo ma grazioso giardino, è forse il luogo più importante nella dimensione dell’esistenza austeniana, poiché costituì lo scenario nel quale Jane rimise mano o scrisse interamente le sue opere più celebri.
Un minuscolo tavolo al piano terra, nella drawing room, vicino alla finestra ed esposto ai costanti passaggi dei familiari, degli ospiti e del personale domestico, fu la sede della sua attività letteraria; il tavolo è ancora nella casa, ed è possibile vederlo, insieme ad alcuni abiti e ad altri articoli di arredamento originali, in quello che è diventato il Jane Austen’sHouse Museum, meta di un costante flusso di visitatori. Appena arrivata a Chawton Jane riprese in mano i manoscritti composti quand’era più giovane, dai quali uscirono i primi due romanzi: Ragione e sentimento, pubblicato nel 1811, che le rese il primo – anche se poco sostanzioso – guadagno; e Orgoglio e pregiudizio, che le procurò un discreto successo in vita, ma che oggi è uno dei libri più letti, ammirati, e rielaborati al mondo. Scrisse poi interamente Mansfield Park ed Emma, che, a detta della stessa autrice, avrebbero accolto un po’ meno entusiasmo da parte del pubblico, e lavorò su L’abbazia di Northanger e Persuasione, che furono dati alle stampe solo dopo la sua morte.
Quei sei romanzi non sono le sole opere di Jane Austen. Ella si dedicò anche ad altri lavori e a numerosi racconti brevi e non riuscì a concludere l’opera sulla quale stava lavorando quando morì, Sanditon; ma è per questi sei romanzi canonici che la scrittrice è universalmente nota.
Dell’opera di Austen l’eccelsa Virginia Woolf scrisse:
“Qualunque cosa lei scriva è compiuta e perfetta e calibrata. […] Il genio di Austen è libero e attivo. […] Ma di che cosa è fatto tutto questo? Di un ballo in una città di provincia; di poche coppie che si incontrano e si sfiorano le mani in un salotto; di mangiare e di bere; e, al sommo della catastrofe, di un giovanotto trascurato da una ragazza e trattato gentilmente da un’altra. Non c’è tragedia, non c’è eroismo. Ma, per qualche ragione, la piccola scena ci sta commuovendo in modo del tutto sproporzionato rispetto alla sua apparenza compassata. […] Jane Austen è padrona di emozioni ben più profonde di quanto appaia in superficie: ci guida a immaginare quello che non dice. In lei vi sono tutte le qualità perenni della letteratura.”
(The Common Reader, Hogarth Press, Londra 1925).
Jane Austen morì il 18 luglio 1817, all’età di 42 anni, dopo aver scritto sei romanzi, iniziati intorno ai vent’anni ma pubblicati solo a partire dal 1811. È sepolta all’interno della straordinaria cattedrale di Winchester.