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Figlio di immigrati italiani, Mario Benedetti nacque il 14 settembre 1920 a Paso de los Toros da una famiglia di umili origini, con la quale, compiuti i quattro anni, si trasferì a Montevideo, dove il padre aveva più probabilità di trovare lavoro. Pur avendo dato prova di essere uno scolaro brillante, nel 1935 dovette interrompere gli studi per via delle gravose condizioni economiche che pesavano sulla sua famiglia. Si sarebbe in seguito diplomato da privatista.
E’ stato un poeta, un saggista e un romanziere uruguayano – quasi un simbolo della letteratura sudamericana, sebbene sia molto meno conosciuto del cileno Pablo Neruda o dello scrittore colombiano, naturalizzato messicano, Gabriel García Márquez. Usa la poesia come arma di denuncia, Mario: scrive dell’Uruguay del carcere, della tortura, delle esecuzioni sommarie, dei desaparecidos. L’America Latina di Benedetti è fatta di paura e sudore, è un Paese di gente comune fatta di storie quotidiane e musica.
E’ stato uno dei massimi narratori e poeti del Novecento. Ha cominciato a guadagnarsi la vita come commerciante, contabile, impiegato, giornalista e traduttore.
È stato direttore del Centro di Ricerche Letterarie della “Casa de las Américas” all’Avana, e del Dipartimento di Letteratura Latinoamericana, dell’Università di Montevideo. Dopo il golpe militare del 1973, ha rinunciato all’incarico universitario ed è partito in esilio, durato 12 anni, prima in Argentina, poi in Perù, a Cuba e in Spagna.
Nel 1999 ha ricevuto il prestigioso Premio di Poesia Reina Sofìa. Di lui nottetempo ha pubblicato La tregua (2006, 2014) vincitore del MIX Prize 2015, Chi di noi(2016), Il diritto all’allegria (2017), Impalcature (2019) e la raccolta di poesie L’amore, le donne e la vita (2019). Ha pubblicato, tra gli altri, Fondi di caffè (la Nuova frontiera, 2013) e Grazie per il fuoco (La Nuova frontiera, 2011).
La tregua, pubblicato da nottetempo nel 2006 e rilanciato nel 2014 con grande successo, ha ricevuto il Mix Prize 2015.
Mario Benedetti tornò a Montevideo, in Uruguay, nel 1986 e continuò la sua attività letteraria e di intellettuale viaggiando tra l’Europa e le Americhe e raccogliendo innumerevoli tributi sia come uomo che come letterato, fino a essere nominato cittadino onorario di Montevideo nel 2002. Nel 2006 l’amata moglie Luz morì a causa dell’Alzheimer. Mario Benedetti la seguì dopo soli tre anni, spegnendosi ormai ottantottenne nella proprio casa di Montevideo, non prima di aver curato personalmente la stesura della propria biografia, intitolata Il diritto all’allegria e pubblicata in Italia nel 2007.
Mario Benedetti è morto il 17 maggio 2009 a Montevideo, Uruguay.