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Elias Canetti è stato uno degli autori più penetranti del Novecento. La sua vita trascorsa in diverse città, la fuga dal nazismo, il suo profondo interesse per la psicologia delle folle, la sua straordinaria capacità di analisi e la sua profonda riflessione su se stesso.
L’autore ha scelto la profondità delle parole rispetto alla quantità delle pubblicazioni. I suoi libri, in realtà pochi in numero, hanno richiesto lunghi e talvolta difficili periodi di gestazione. Per rispettare appieno il suo lavoro, è necessario leggerli con attenzione, concedendo il giusto tempo per apprezzare ogni singolo vocabolo.
Recuperare i testi da lui scritti, quindi, è un’attività che non richiede un eccessivo impegno temporale; invece, per apprezzarli appieno, è necessario uno sforzo aggiuntivo. Questo sforzo inizia con l’autorizzazione a esplorare il proprio io e culmina nella rivelazione di ritrovarsi descritti in modi che mai avremmo pensato possibile.
Elias Canetti nasce a Ruse il 25 luglio 1905 da Jacques, un commerciante ebreo, e Mathilde Arditti, una donna ebrea proveniente dalla penisola iberica con origini italiane, trasferitasi in Bulgaria. Egli è il primogenito di tre fratelli e, sin dalla sua infanzia, dimostra un’agile padronanza di diverse lingue: il ladino parlato in famiglia, il tedesco appreso dai genitori durante i loro studi a Vienna, il bulgaro usato con gli amici e l’inglese, acquisito quando il padre porta la famiglia a Manchester nel 1911.
Nel 1924, Canetti si laurea in Chimica a Vienna e rimane nella città austriaca fino al 1938, divenendo parte della sua élite culturale e sposando una collega di nome Venetiana Taubner-Calderon. Tuttavia, quando Vienna viene annessa dalla Germania nazista, Canetti è costretto a emigrare prima a Parigi e poi a Londra, dove risiede per vent’anni e completa la sua opera maggiore, “Massa e potere“.
Nel 1963 il matrimonio con Venetiana subisce delle difficoltà e la donna decide di porre fine alla sua vita. Circa dieci anni dopo, Canetti contrae un secondo matrimonio con Hera Buschor, da cui nasce la loro figlia Johanna Canetti. Nel corso degli anni, mentre continua a produrre opere letterarie, riceve anche il
Nel 1963 il matrimonio con Venetiana subisce delle difficoltà e la donna decide di porre fine alla sua vita. Circa dieci anni dopo, Canetti contrae un secondo matrimonio con Hera Buschor, da cui nasce la loro figlia Johanna Canetti. Nel corso degli anni, mentre continua a produrre opere letterarie, riceve anche il Premio Nobel per la letteratura nel 1981. Nel 1988, con la scomparsa di Hera, Elias Canetti si trasferisce a Zurigo, dove risiede fino alla fine dei suoi giorni. Nel 1994, infatti, viene sepolto accanto a James Joyce.
Nonostante la lunga carriera, l’opera scritta di Canetti non è estremamente vasta come ci si potrebbe aspettare: comprende un singolo romanzo, diversi saggi, alcune opere teatrali e un manuale di antropologia. Tuttavia, ciascun suo libro è intriso di temi ricorrenti sui quali Canetti riflette con profondità. Le sue esperienze di viaggio e le relazioni amorose vissute hanno profondamente influenzato la sua poetica, la quale si focalizza in particolare sulla tematica della metamorfosi.
L’esordio letterario di Elias Canetti, nonché il suo unico romanzo, “Auto da fé“, vide la luce nel 1935 con il titolo originale di “Die Blendung”, ma venne successivamente vietato dai nazisti. Questo contribuì al limitato successo iniziale dell’opera, che iniziò ad essere diffusa su larga scala solo a partire dagli anni Sessanta. Il romanzo condivide alcune caratteristiche con la letteratura russa di Dostoevskij e Gogol’, e si svolge nell’ambientazione di Vienna. È suddiviso in tre parti: “Testa senza mondo”, “Mondo senza testa” e “Il mondo nella testa”. Attraverso queste sezioni, l’iniziale situazione di isolamento del protagonista Peter Kien viene progressivamente sconvolta mentre egli vaga per la città, solo per poi ritornare apparentemente all’ordine.
All’interno del testo, Canetti inserisce diversi spunti autobiografici, come ad esempio il rogo dei libri finale, che rappresenta un chiaro richiamo al nazismo che, al momento della pubblicazione, stava prendendo piede.
Il saggio sociologico “Massa e potere” di Elias Canetti, pubblicato nel 1960, è il risultato di ben trentotto anni di studi. L’ispirazione per questo lavoro deriva ancora una volta dalla vita dell’autore durante un soggiorno a Francoforte: in questa città tedesca, Canetti è testimone delle manifestazioni di massa del popolo in seguito all’assassinio di Walther Rathenau, Ministro degli Esteri della Repubblica di Weimar, ucciso dai terroristi di estrema destra.
Questo evento impressiona profondamente l’autore, spingendolo a intraprendere una riflessione articolata in dodici capitoli sull’innata tendenza dell’umanità a formare masse. Canetti considera tale fenomeno quasi come un istinto primordiale, simile a quello della sopravvivenza.
Divisa in tre volumi distinti intitolati “La lingua salvata“, “Il frutto del fuoco” e “Il gioco degli occhi“, l’autobiografia di Elias Canetti è stata pubblicata tra il 1977 e il 1985. Quest’opera analizza il suo percorso di crescita fino all’età adulta, esplorando i luoghi e gli episodi che hanno segnato la sua vita.
Tuttavia, ogni quadro tracciato nell’autobiografia rifiuta l’intenzione di essere un resoconto storiografico, per invece offrire una prospettiva intima e personale. Canetti non si limita a descrivere gli eventi, ma restituisce le impressioni e le emozioni che la sua mente ha conservato dalle esperienze vissute in diverse città e dai rapporti con i genitori, i fratelli, gli amici e le compagne, talvolta armoniosi, altre volte contraddittori.
Pensato come una sorta di archivio personale ma non originariamente concepito come un’opera a sé stante, “Il libro contro la morte” rappresenta un’opera unica di Elias Canetti. Pubblicato nel 2014, questa opera ricostruisce la carriera dell’autore attraverso la raccolta, anno per anno (dal 1942 al 1994), di frammenti, citazioni e riflessioni ritrovate e mai pubblicate. In questo libro, emergono nuovamente tutti i temi centrali della poetica di Canetti, insieme a prospettive inedite.
Sebbene l’opera sia stata pubblicata nel 2014, è stata introdotta in Italia solo alcuni anni dopo grazie ad Adelphi, e ha subito meritato un posto di rilievo tra i migliori libri dell’anno 2017.