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11 febbraio: 🔎 Irène Némirovsky 📚
Nata a Kiev (Ucraina) il 11 febbraio 1903 da una ricca famiglia ebrea, la biografia della Némirovsky è costellata da una lunga serie di strappi traumatici: un’odissea che inizia con lo scoppio della rivoluzione d’Ottobre e la fuga dalla Russia sovietica verso la Francia, passando per Finlandia, Norvegia e Svezia, per concludersi infine a Parigi, con l’amato padre, banchiere tutto dedito agli affari e sempre assente, e alla madre egocentrica, leggera e distratta.
Una vita breve, strettamente connessa con i suoi romanzi, in cui le vicende familiari e i fatti storici si intersecano e si confondono nelle trame letterarie, dalle prove giovanili con La nemica e Il ballo, nei quali tentava di esorcizzare il difficile rapporto con una madre fredda e insensibile, al romanzo che le assicurò il grande successo, David Golder, a quello più autobiografico, Il vino della solitudine, fino a Suite francese, il suo capolavoro pubblicato postumo, scritto nel vivo dell’occupazione nazista e della guerra e rimasto incompiuto per la tragica morte della scrittrice ad Auschwitz.
Il 13 luglio 1942 Iréne Némirovsky viene arrestata dai gendarmi francesi e mandata ad Auschwitz, dove viene eliminata nelle camere a gas. Dopo qualche mese la segue Michel, il marito. Le figlie riescono a salvarsi insieme alla valigia della mamma, quella che a loro insaputa contiene il manoscritto di Suite francese. Denise troverà la forza di riaprirlo solo molti decenni dopo, lo farà conoscere al mondo, perché il mondo non dimentichi.
Fu subito trasferita a Toulon-sur-Arroux, dove rimase imprigionata due notti. Il 15 luglio, fu trasportata al campo d’internamento di Pithiviers. Némirovsky fu autorizzata a scrivere e spedì una cartolina a suo marito, in cui non si lamenta delle condizioni difficili. Fu deportata il giorno dopo a Auschwitz, dove venne trasferita nel Rivier (l’infermeria di Auschwitz in cui venivano confinati i prigionieri troppo ammalati per lavorare) per essere poi uccisa il 17 agosto 1942. Suo marito (così come André Sabatier e Robert Esménard) intraprese numerosi procedimenti per farla liberare, ma fu arrestato lui stesso nell’ottobre del 1942, deportato ad Auschwitz assieme alla sorella e ucciso nelle camere a gas al suo arrivo, il 6 novembre 1942.