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Jacques Prévert muore a Omonville-la-Petite (Parigi) l’11 aprile del 1977 a causa di un tumore ai polmoni. Una delle figure più popolari della letteratura francese. E’ stato un poeta francese aderente al movimento surrealista famoso per le sue poesie d’amore, uno dei poeti più amati di tutti i tempi, soprattutto lo è incredibilmente ancora tra le generazioni dei più giovani. Era un libertario convinto e tramite le sue creazioni faceva critica sociale.
Jacques Prévert nasce il 4 febbraio 1900 a Neuilly-sur-Seine, Francia. Cresciuto, Prévert non aveva intenzione di prestare servizio militare, ma fu arrestato e inviato al fronte. Tornò munito di un forte sentimento antimilitarista e andò a vivere con degli amici nel centro di Parigi, nel quartiere di Montparnasse, dove entrò in contatto con la corrente letteraria surrealista, che ebbe in André Breton il suo principale teorico.
Dopo aver pubblicato le prime poesie nel 1930, si dedicò al teatro e al cinema, scrivendo la sceneggiatura per grandi registi come Jean Renoir e Marcel Carné. Negli stessi anni compose anche i testi per numerose canzoni di Joseph Kosma, poi portate al successo da artisti famosi, quali Juliette Greco e Yves Montand.
La sua opera più celebre è Paroles, raccolta di liriche che ne mostra la straordinaria vena poetica, a cavallo tra simbolismo e surrealismo. Paroles ebbe un successo di pubblico strepitoso: vendette cinquemila esemplari in una settimana e venticinquemila in un anno. La critica e il mondo delle lettere si divisero tra chi accolse Prévert poeta con entusiasmo e chi lo denigrò, come Luis Aragon, considerandolo un pagliaccio che si barcamenava tra cliché triti e ritriti. Prévert giocava sì con gli stereotipi, ma per ribaltarli. I ragazzi che si amano, contenuta nella raccolta Paroles, è una delle sue poesie più famose.
Le canzoni composte a partire dai suoi versi, e i film di cui scrisse i dialoghi, sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo.
La notorietà di cui gode gli ha però anche fatto torto: la sua figura viene spesso edulcorata, ridotta all’aspetto dolce e innocente di poesie d’amore e filastrocche infantili. Fu invece un artista eclettico, un pacifista convinto e un libertario, che riempiva i propri versi di critica sociale: seppe persino, da precursore, denunciare la dominazione maschile sul femminile nella lingua, nella poesia Il pleut (Piove).
Si schierò sempre in favore degli ultimi, e se era tenero con poveri e marginali, era sempre pronto a scagliarsi, anche con ferocia, contro i rappresentanti di un ordine che vedeva come repressivo. Guerrafondai, bigotti e razzisti: erano adulti che, a suo dire, “non erano mai stati bambini”.
I ragazzi che si amano – Jacques Prévert I ragazzi che si amano si baciano in piedi Contro le porte della notte E i passanti che passano li segnano a dito Ma i ragazzi che si amano Non ci sono per nessuno Ed è soltanto la loro ombra Che trema nel buio Suscitando la rabbia dei passanti La loro rabbia il loro disprezzo i loro risolini la loro invidia I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno Loro sono altrove ben più lontano della notte Ben più in alto del sole Nell’abbagliante splendore del loro primo amore.
Assieme al fratello prima, poi da solo, scrisse le sceneggiature di film che resteranno i capolavori della cinematografia tra le due guerre, soprattutto per il regista Marcel Carné. Quai des brumes (Il porto delle nebbie, 1938), Le jour se lève (Alba tragica, 1939), Les enfants du paradis (Amanti perduti, 1945): sono i titoli più noti firmati Carné e Prévert, protagonisti della corrente cinematografica del “realismo poetico”, attiva negli anni ’30 e ’40, che univa l’ispirazione proveniente dalla realtà con la poesia dell’immaginario che appartiene a ciascun individuo.
Quel cinema, in cui i protagonisti erano gli abitanti dei quartieri periferici di Parigi, che Prévert ben conosceva, era anche espressione della realtà politica del Front populaire (Fronte popolare), la coalizione di partiti di sinistra che governò la Francia tra il 1936 e il 1938.
Prévert scrisse anche la sceneggiatura di un film d’animazione disegnato e diretto dall’amico Paul Grimault: Le roi et l’oiseau (Il re e l’uccello), ispirato alla fiaba di Andersen La pastorella e lo spazzacamino, che uscirà solo nel 1980.
Altre pubblicazioni di Jacques Prevért, tra cui La pioggia e il bel tempo, Alberi e Le foglie morte.