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Emily Dickinson nacque ad Amherst, in Massachusetts (USA), nel 1830, in una famiglia non benestante ma molto in vista nella comunità locale, poiché i membri della famiglia Dickinson svolsero un ruolo fondamentale nella vita sociale, culturale e politica statunitense. Suo nonno fu uno dei fondatori dell’Amherst College e suo padre, un avvocato, diventò un deputato del Congresso americano, dove rappresentò lo stato del Massachusetts per un mandato.
Emily Dickinson fu una scrittrice molto prolifica, ma solo pochissime delle duemila poesie composte furono pubblicate durante la sua vita. La Dickinson conservava queste poesie scritte su foglietti accuratamente ripiegati e cuciti tra loro con ago e filo, in un cassetto della sua camera e furono ritrovate da sua sorella Lavinia solo dopo la sua morte avvenuta il 15 maggio 1886 a causa di una nefrite; esse mostrano una fervida e intensa immaginazione che contrasta con la sua vita priva di eventi.
Dalle lettere e dai documenti tramandati, sembra che suo padre fosse un uomo molto severo e che sua madre fosse una donna altrettanto severa e piuttosto distaccata nei confronti dei figli. La zona degli Stati Uniti dove Emily Dickinson è nata e cresciuta fu tra le prime a essere abitata dai coloni inglesi, qui vissero le famiglie americane più antiche e influenti, che imposero un forte senso religioso, legato a rigide tradizioni puritane.
La tematica della poesia dickinsoniana è senza zone intermedie: dalle piccolissime cose della vita quotidiana che rappresentano la cornice esterna della sua esistenza, ai grandi temi della vita dell’anima (amore, morte, eternità) che ne rappresentano le angosce essenziali e permanenti e che acquistano effettiva dimensione lirica nel dominante tema della solitudine, che per la D. si risolve in stato di sospensione e paura, senso di esclusione ed esasperata consapevolezza della fragilità del reale. Il vocabolario, ricchissimo, allinea accanto a termini di ricercata evocatività parole attinte a piene mani nei settori più vari (dalla terminologia giuridica a quella scientifica, dalla culinaria alla teologia).
Il periodo più prolifico di Emily Dickinson coincise con gli anni della guerra civile americana (1861-1865). Il motivo di questo periodo intenso è da attribuire alla guerra solo indirettamente e più al fatto che i suoi amici e corrispondenti più cari fossero lontani, Higginson per esempio era un ufficiale dell’esercito dell’unione, quindi impegnato nella guerra, mentre il Reverendo Charles Wadsworth, uno dei suoi amici più cari verso cui, si dice, Emily provasse un forte attaccamento emotivo, si era trasferito a San Francisco in California.
Solo nel XX secolo i critici moderni hanno rivalutato l’opera di Emily Dickinson, considerandola con Walt Whitman, una delle fondatrici della poesia americana, anche se i due poeti sono molto diversi tra loro. Le poesie di Emily Dickinson hanno come temi centrali l’immobilità, la solitudine e il silenzio. In questo caso gli “spazi” descritti da Emily non rappresentano gli immensi spazi del continente americano, ma lo “spazio” interiore, quello dell’animo umano e la distanza che esiste tra mondo interiore e mondo esterno.
La sua poesia fu influenzata dalla lettura di William Shakespeare, John Milton, i poeti metafisici e scrittori a lei contemporanei come Emily Brontë, ma anche la tradizione puritana del New England e il trascendentalismo di Emerson contribuirono a formare il suo pensiero. Tutte queste influenze sfociarono in uno stile poetico originale lontano dal gusto e dagli eventi contemporanei. Il linguaggio usato è apparentemente semplice, ma la sintassi, quindi il modo in cui formula le frasi, è piuttosto insolito. La Dickinson usa la punteggiatura in modo molto personale, per esempio i trattini sostituiscono i punti e le virgole per imitare il ritmo del respiro; fa un uso frequente di lettere maiuscole per enfatizzare determinate parole, e ricorre a paradossi e metafore insolite che sorprendono il lettore. Tutto ciò fa si che il significato delle sue poesie sia ambiguo e di difficile interpretazione.
La poesia di Emily Dickinson ruota in modo quasi ossessivo intorno a temi piuttosto ricorrenti, come la natura per esempio, che viene presentata in tutte le sue manifestazioni, o il tema della morte, della vita dopo la morte, dell’eternità e Dio.
Morii per la Bellezza, probabilmente scritta intorno al 1862, è una delle poesie più famose di Emily Dickinson, ma come molte delle sue composizioni è di difficile interpretazione. In essa Emily affronta il tema della morte e della vita dopo la morte attraverso due interlocutori che giacciono nella loro tomba. Nella prima strofa introduce una persona che dice di essere morta per la bellezza, presto accanto a lui viene deposta un’altra persona che dice di essere morta per la verità.