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Il 1 settembre 1940 nasce a Lillebonne (Senna Marittima) Annie Ernaux. E’ una delle voci più autorevoli del panorama culturale francese.
Vincitrice dei premi Marguerite Duras, François Mauriac, del Prix de la langue française, del Premio Strega europeo 2016 e del Premio Nobel per la Letteratura 2022.
Le prime tre opere di Ernaux, “Gli armadi vuoti” (1974), “Ce qu’ils disent ou rien” (1977, non ancora tradotto in italiano) e “La Donna Gelata” (1981), compongono una trilogia di romanzi autobiografici, presentati sotto forma di un monologo interiore in retrospectiva. Questi romanzi affrontano tematiche come l’aborto in “Gli armadi vuoti“, la solitudine e la disillusione amorosa in “Ce qu’ils disent ou rien“, e la monotonia del matrimonio nel contesto stereotipato delle casalinghe perfette degli anni sessanta in “La Donna Gelata“. La narrazione di queste opere è caratterizzata da una struttura non lineare, costantemente interrotta da voci del passato che rappresentano i pensieri e i sentimenti della narratrice durante diverse fasi del suo processo di crescita.
Tuttavia, l’opera di Ernaux non può essere etichettata né come autobiografia né come romanzo. L’autrice stessa, negli anni ottanta e dopo la pubblicazione di “La Donna Gelata“, ha chiesto alla casa editrice Gallimard di evitare di categorizzare i suoi libri in un particolare genere letterario. Da “Il posto” (1983) in poi, la sua scrittura abbraccia una vasta gamma di generi, tra cui prosa narrativa, diario, etnografia, sociologia e naturalmente autobiografia. La sua innovazione più significativa è l’allontanamento dalle categorie tradizionali della letteratura.
Nel suo quarto libro, “Il posto” (1983), Ernaux racconta la vita di suo padre, dalle giovinezza alla morte, esaminando le tappe della sua carriera, dalla vita da contadino e operaio fino alla gestione, insieme alla moglie, di un piccolo bar-drogheria nell’entroterra francese. La storia dei suoi genitori, immersi nelle loro abitudini fisse e nei ruoli sociali tradizionali, viene affiancata dalla narrazione di come gli studi e la carriera di insegnante in un liceo l’abbiano portata a raggiungere un certo prestigio sociale. Questo progressivo allontanamento dalla sua famiglia d’origine e dalla sua classe sociale di provenienza, a causa dell’assimilazione dei valori borghesi, le ha fatto provare un senso di colpa per il tradimento compiuto con l’acquisizione del nuovo status sociale. Questo senso di colpa è alla base della sua scrittura e può essere visto come un atto di “risarcimento” verso coloro che sono stati traditi.
In “Una donna” (1988), il tema predominante è la perdita della madre. Lo stile di narrazione diventa più oggettivo e controllato, ma allo stesso tempo più convenzionale, a riflettere la trasformazione della narratrice dalla giovane ribelle di estrazione operaia alla donna matura appartenente alla classe borghese. Con “Passione semplice,” pubblicato nel 1991 e criticato da alcune lettrici per la sua mancanza di emotività , Ernaux afferma di aver “rotto dei tabù attraverso una forma di scrittura molto concisa, asciutta e priva di eccessive emozioni. Non mi piace l’effusione o una scrittura superflua.”
Secondo Ernaux, la scrittura è un atto politico attraverso il quale i lettori possono essere sensibilizzati su questioni come il “privilegio di nascita” e l’esperienza di genere in una società patriarcale. Questi sono temi centrali in “Gli armadi vuoti,” dove, manifestando il suo senso di vergogna e disprezzo per la sua famiglia e l’ambiente operaio di origine, Ernaux mette in evidenza le conseguenze psicologiche della sua promozione sociale e del passaggio dalla classe dei “dominati” a quella dei “dominanti.” Il tema della sessualità , in relazione alla sua appartenenza al genere femminile, è un altro aspetto importante nelle sue opere. L’obiettivo dei suoi testi è affrontare tematiche spesso trascurate dalla letteratura tradizionale, dando voce alle storie autentiche delle minoranze, ciò che lei chiama “petits gens”.
Gli anni, vincitore del Premio Strega Europeo 2016