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Herman Melville nacque a New York il 1° agosto 1819 è stato uno scrittore, poeta e critico letterario statunitense. Il suo capolavoro del 1851 “Moby Dick” sarebbe stato rilanciato nel 1921 (decenni dopo la sua morte accaduta nel 1891) grazie a una biografia di Raymond Weaver; oggi quel romanzo è ritenuto uno dei massimi capolavori dell’Ottocento.
Studia a New York e matura la passione per l’avventura ascoltando i racconti del padre Allan, ricco commerciante dal carattere espansivo, che in passato molto aveva viaggiato. Nei racconti del padre erano spesso presenti figure quali gigantesche onde marine e alberi di navi che si spezzavano come fuscelli. Dopo una vita trascorsa in sostanziale tranquillità economica, nell’estate del 1830, l’attività del padre fallisce: Allan Melville manifesta in seguito una malattia psichica che lo porterà alla morte. Il fratello tenta di riprendere gli affari del padre, ma fallisce: la famiglia è composta di otto figli tra fratelli e sorelle (Herman è il terzogenito): si riduce in miseria e si trasferisce al villaggio di Lansingburgh, sul fiume Hudson.
Qui Herman lascia definitivamente la scuola per iniziare a lavorare nell’azienda di uno zio; lavora poi nel negozio del fratello maggiore e infine come maestro in una piccola scuola.
La mancanza di una prospettiva lavorativa stabile, unita al desiderio di viaggiare, spingono il futuro scrittore ad imbarcarsi come mozzo su una nave ancorata al porto di New York, in partenza per Liverpool. E’ il mese di giugno del 1839: Melville attraversa l’oceano e giunge a Londra. Tornerà poi in patria con la stessa nave. Questo viaggio ispirerà il suo romanzo “Redburn: il suo primo viaggio” (Redburn: His First Voyage), pubblicato a dieci anni di distanza.
A ventisette anni esordì con Typee (1846), romanzo a sfondo esotico basato sulle sue esperienze di viaggio, sul temporaneo inserimento nella primitiva armonia delle popolazioni indigene della Polinesia, sull’ambigua, avventurosa fuga verso la “civiltà”.
Il 4 agosto 1847 a Boston, Herman Melville sposa Elizabeth Shaw, evento che pone termine alle sue avventure in mare. La coppia si stabilisce a New York dove rimane fino all’anno 1850, quando acquistano una fattoria a Pittsfield (Massachusetts); proprio nel febbraio dello stesso anno inizia a scrivere “Moby Dick”, l’opera che lo proietterà nella storia della letteratura americana e mondiale.
Nel 1847 esce il secondo romanzo di Melville Omoo, che accrebbe la notorietà di Melville riaccendendo il dibattito sulle critiche da lui mosse all’operato dei missionari in quelle terre, e al più ambizioso e composito Mardi (1849), in cui Melville tenta, con risultati alterni, la via dell’allegoria religiosa e politica. Con Redburn (1849) e White jacket (1850), le dinamiche interne all’organizzazione gerarchica della vita di bordo, già vista come microcosmo turbato da un più ampio conflitto di passioni umane, divengono il nodo centrale dell’indagine critica di Melville , anticipando, seppure soltanto in embrione, il complesso sviluppo e la dimensione tragica cui quello stesso motivo verrà piegato in Moby Dick.
Il naufragio editoriale di Moby Dick contribuì al precoce declino della vena narrativa di Melville, che col fallimentare esperimento nel genere psicologico, Pierre, or the ambiguities (1852), e con la scabra satira di The confidence man (1857) avrebbe concluso, non ancora quarantenne, la propria attività di romanziere. A The piazza tales (1856), una raccolta di racconti in cui compaiono lo splendido Bartleby, lo scrivano e Benito Cereno (come Moby Dick tradotto in italiano da Cesare Pavese), faranno seguito le sue opere in poesia, Battle-pieces and aspects of the war (1866), Clarel (1876), i libri di viaggio e l’incompiuto Billy Bud (post., 1924), racconto lungo di cupa bellezza.
Dopo una malattia che dura diversi mesi, Herman Melville muore nella sua casa di New York, nelle prime ore della mattina del 28 settembre 1891. La sua salma viene sepolta nel Woodlawn Cemetery, nel quartiere del Bronx.