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John Fante nasce a Denver, nel Colorado (USA), l’8 aprile 1909 da un’umile famiglia d’origine italiana. Il padre, Nick, un muratore di Torricella Peligna (Abruzzo meridionale), emigra negli Stati Uniti nei primi anni del Novecento, dove sposa Mary Capolungo, una cattolicissima italoamericana, nata a Chicago, figlia di un sarto lucano. John Fante, primo di quattro figli, trascorre la sua infanzia a Boulder (Colorado) e nel 1927 si diploma al Regis High School di Denver, dai Gesuiti. Subito dopo, inizia a frequentare l’Università del Colorado senza mai ultimare gli studi.
Negli anni Trenta, Nick e Mary Fante si trasferiscono a Roseville, una tranquilla cittadina californiana dove John Fante incontra la sua futura moglie, Joyce Smart, una delle prime donne laureate alla Stanford University. La famiglia Smart, costituita da ricchi proprietari terrieri anglosassoni (appartenenti ai cosiddetti WASP), non vede di buon occhio la relazione della figlia con un giovane scrittore dall’ “aspetto così italiano”, come lo definisce la madre di Joyce. Il 31 luglio 1937, i due innamorati decidono, perciò, di sposarsi in segreto a Reno, nel Nevada, e di trasferirsi a Los Angeles, dove avranno quattro figli.
John Fante si trasferisce in California, a Wilmington, nei pressi del porto di Los Angeles. Segue per un breve periodo alcuni corsi di scrittura all’Università di Long Beach: vuole diventare scrittore. Resta folgorato dalla prosa del norvegese Knut Hamsun, suo indiscusso maestro. In questo periodo, H. L. Mencken, uno dei critici più autorevoli del tempo, lo incoraggia a scrivere e gli pubblica diversi racconti sulla nota rivista “The American Mercury”, tra cui Altar Boy (Il Chierichetto).
A Los Angeles, Fante è costretto ad alternare la sua attività di scrittore a lavori come il lavapiatti, il fattorino d’albergo, l’operaio nelle fabbriche di scatolame di pesce. L’esperienza fatta in questo periodo a Los Angeles, così come i ricordi legati alla sua infanzia trascorsa nel Colorado, alla figura della madre e soprattutto del padre diventano “materia” letteraria da cui Fante attinge per la stesura di buona parte della sua opera.
Dopo la stesura del suo primo romanzo, The Road To Los Angeles (La strada per Los Angeles), più volte rifiutato dagli editori e uscito postumo, Fante pubblica nel 1938 Wait Until Spring, Bandini (Aspetta primavera, Bandini) considerato dalla critica americana tra i migliori libri dell’anno. Il romanzo esce anche in Inghilterra, ed è tradotto in Italia (da Elio Vittorini) e in Norvegia. Nel 1939, viene pubblicato Ask The Dust (Chiedi alla polvere), il suo capolavoro, tradotto anche in Italia. L’anno dopo, la casa editrice Viking di New York dà alla stampa la sua prima raccolta di racconti, Dago Red.
Parallelamente a quella di scrittore, Fante esercita in questi anni la professione di sceneggiatore. Ciò gli consente di vivere con una certa agiatezza economica. Lavora a Hollywood per più di quarant’anni, scrivendo sceneggiature di film di serie B e collaborando con registi del calibro di Edward Dmytryk e Orson Welles.
Nel 1957 e nel 1960 John Fante è in Italia per lavorare con il noto produttore italiano Dino De Laurentiis. In questi anni realizza anche il film Il re di Poggioreale, diretto da Diulio Coletti.
In questi anni Fante ritrova la sua verve creativa e scrive alcuni dei suoi romanzi e racconti più intensi, che però saranno a lungo ignorati dalle case editrici: The Brotherhood of the Grape (La confraternita dell’uva), romanzo sulla figura del padre tra i più belli della letteratura mondiale secondo Francesco Durante, è pubblicato solo nel 1977, mentre 1933 Was A Bad Year (Un anno terribile) e My Dog Stupid (Il mio cane stupido) usciranno postumi.
Nel frattempo una nuova generazione di artisti, principalmente californiani, riconosce in Fante un maestro. L’entusiasmo che si crea intorno alla sua opera segna l’inizio della sua riscoperta. Decisivo in tal senso lo scrittore Charles Bukowski. Nel romanzo Women (Donne), pubblicato nel 1978, Chinasky il protagonista considera John Fante il suo scrittore preferito. Lo stesso Bukowski dichiara a più riprese “Fante era il mio dio”. Tale affermazione suscita la curiosità dei lettori di Bukowski, diventato nel frattempo un autore di culto, e del suo editore John Martin della Black Sparrow Press, il quale, dopo aver letto Chiedi alla polvere, introvabile ormai nelle librerie americane, progetta di ristampare tutta la sua opera.
Sebbene afflitto da un dilagante diabete che lo ha reso cieco e disabile, nel 1979 John Fante decide di scrivere un nuovo romanzo e inizia a dettare alla moglie quello che sarà il suo ultimo romanzo, Dreams From Bunker Hill (Sogni di Bunker Hill), pubblicato dalla Black Sparrow nel ’82.
John Fante muore l’8 maggio del 1983, qualche mese dopo la ristampa di Aspetta Primavera, Bandini.