Chi sono gli Indifferenti? Sono nel loro nucleo la famiglia Ardengo che è la borghesia italiana di allora. Roma prende il carattere del generone, che è la quintessenza di un certo tipo di borghesia alle prese con la modernità, la modernità significa anche il senso di irrealtà che vive Moravia e che trasferisce nel suo personaggio di Michele.
Per capire il successo degli Indifferenti, bisogna pensare prima di tutto che gli ultimi romanzi di vero successo erano stati quelli di D’Annunzio, quarant’anni prima. Tutti i movimenti letterari che erano venuti dopo D’Annunzio, da quello della Voce a quello della Ronda, erano stati contrari alla narrativa. D’altra parte però il grande successo della collezione dei classici russi della casa editrice Slavia aveva creato un’attesa quasi maniaca per un romanzo finalmente italiano. Gli indifferenti a molti sembrò che riempisse un vuoto e questo spiega perché piacque a critici di scuole assai diverse. Non mancarono del resto voci contrarie; l’Italia è ancora oggi un paese di mentalità moralistica e cattolica. Figuriamoci allora!
Gli indifferenti è un libro assolutamente casto e fu attaccato invece, come se fosse stato un libro pornografico.
Poi ci fu la reazione politica da parte del fascismo e questa, in qualche modo, era più giustificata di quella del moralismo tradizionale. Perché il fascismo affermava e proclamava di aver rinnovato la società italiana. Invece, ecco, il tanto atteso romanzo italiano smentiva le sue affermazioni. Il succo di questa affermazione fascista si può trovare in un discorso pubblico pronunziato dal fratello di Mussolini, Arnaldo, che era uno dei proprietari della casa editrice Alpes che aveva pubblicato il romanzo. Disse:
Vorremmo sapere se la gioventù italiana deve legger i libri di Dekobra, inventore di facili avventure decadenti, di Remarque, distruttore della grandezza della guerra, e di Moravia, negatore di ogni valore umano.
Le parole di quest’uomo che, armato di tutto il fascismo, se la prendeva con un ragazzino di vent’anni dimostrano, se non altro, che la letteratura, anche la più aliena dalla critica sociale, va sempre molto oltre le vere intenzioni degli scrittori.