Oggi parleremo di Fight Club, primo romanzo dell’autore statunitense Chuck Palahniuk, pubblicato nel 1996. Successivamente, il regista David Fincher ne ha tratto un film di culto, uscito nelle sale americane il 15 ottobre 1999.
All’uscita del film, il romanzo ha acquisito molta popolarità e critiche, soprattutto per l’esplicita raffigurazione della violenza e lo stampo nichilistico della narrazione.
Trama
Il protagonista di Fight Club è un impiegato, il cui nome non viene mai rivelato, sfiduciato e tormentato dall’insonnia. A un certo punto trova il suo maestro di vita in Tyler Durden, fabbricante di saponette oltre che una sorta di guru moderno, che predica e auspica la distruzione della civiltà a favore del ritorno di un deserto primigenio. Alla guida dell’intera classe media e impiegatizia statunitense, il protagonista senza nome e Tyler decidono di dare corpo ai loro desideri fondando un circolo di lottatori clandestini, nelle cantine dei bar di periferia.
Nasce così il segretissimo “Fight Club” il cui unico fine è quello di far sfogare e dare un riscatto a una miriade di violenti paria moderni, sulle cui spalle la società si poggia a peso morto. Nelle furiose lotte segrete, ognuno di loro combatte contro ciò che odia. Il fenomeno diventa una vera e propria mania, ma innocua, finché Tyler, grazie anche ai proventi della redditizia attività di fabbricante di sapone, non decide di andare fino in fondo nella distruzione della società contemporanea.
Con i membri del “Fight Club”, Tyler ha a sua disposizione un esercito di soldati fidi e devoti, e con il loro aiuto comincia a scardinare la civiltà con qualsiasi mezzo, naturalmente violento. Il protagonista senza nome si vede sfuggire la situazione di mano, prigioniero di un sistema spietato e sempre più sconcertato dalla piega che Tyler sta facendo prendere alla situazione. Dopo aver scoperto che Tyler non esiste e che in realtà è lui durante i momenti d’insonnia, cercherà di opporsi alla tremenda macchina umana che il suo alter ego ha avviato. La catastrofe però sarà inevitabile e il processo di cambiamento irreversibile
Cast
Edward Norton nel ruolo di Narratore. Adotta una serie di alias mentre frequenta gruppi di supporto.
Brad Pitt nel ruolo di Tyler Durden
Helena Bonham Carter nel ruolo di Marla Singer
Meat Loaf nel ruolo di Robert “Bob” Paulson
Jared Leto nel ruolo di Angel Face, una giovane recluta del Fight club e membro del Project Mayhem.
Holt McCallany nel ruolo di Meccanico
Zach Grenier nel ruolo di Richard Chesler, il capo del Narratore.
Eion Bailey nel ruolo di Ricky
Peter Iacangelo nel ruolo di Lou
Signori, benvenuti al Fight Club. Prima regola del Fight Club: non parlate mai del Fight Club. Seconda regola del Fight Club: non dovete parlare mai del Fight Club. Terza regola del Fight Club: se qualcuno grida “basta”, si accascia, è spompato, fine del combattimento. Quarta regola: si combatte solo due per volta. Quinta regola: un combattimento alla volta, ragazzi. Sesta regola: niente camicia, niente scarpe. Settima regola: i combattimenti durano per tutto il tempo necessario. Ottava ed ultima regola: se questa è la vostra prima sera al Fight Club… dovete combattere!
Curiosità
Palahniuk e l’origine del romanzo.Fight Club è squallido perché profondamente disumano. Un immaginario squallido nato dalla penna di Chuck Palahniuk, ispirato da una triste esperienza vissuta in prima persona. Mentre lo scrittore era in campeggio, si lamentò con dei vicini a causa di alcuni rumori. Il battibecco degenerò e Palahniuk fu picchiato. Il giorno dopo, tornato a lavoro con lividi e ferite, l’autore si accorse che nessun collega gli chiese come stesse o cosa gli fosse successo, facendo finta di niente. Questa indifferenza colpì così tanto Palahniuk da portarlo a scrivere un romanzo dedicato all’assenza di empatia.
Indizi sul finale. Il finale di Fight Club, con la scoperta dell’alter ego immaginario del protagonista, è considerato tra i colpi di scena meglio assestati degli ultimi anni, confermando la grande passione degli anni Novanta per gli epiloghi scioccanti. Eppure, come spesso capita nei film in cui lo spettatore è beffato dall’inizio alla fine, il regista ha disseminato il film di piccole incongruenze che, a una seconda e più attenta visione, svelano il trucco. Una delle stranezze più rivelatorie di Fight Club si nota nella scena in cui il Narratore e Durden prendono l’autobus e viene pagato un solo biglietto.
Tutto vero!Brad Pitt ed Edward Norton, diventati grandi amici nella vita dopo l’intensa esperienza vissuta sul set, hanno cercato di mettercela tutta per calarsi nei loro personaggi e risultare credibili. I due hanno frequentato corsi di lotta (e fin qui niente di strano considerando il titolo del film), e hanno persino imparato a fabbricare sapone proprio come i loro alter ego cinematografici. Pitt si è davvero fatto scheggiare un dente. Fincher disse all’attore di colpirlo sul serio senza mettere Pitt al corrente della cosa. In questo modo è possibile apprezzare una reazione assolutamente spontanea e autentica. Vera anche la sbronza dei due, realmente alticci nella sequenza in cui lanciano palline da golf.
Jared Leto, la rockstar. Durante il mitico discorso tenuto da Durden all’interno del Fight Club è possibile notare un dettaglio non casuale. Come molti ricorderanno, all’interno del gruppo di seguaci guidato da Durden appare anche un giovane Jared Leto, che un anno prima aveva fondato la sua rock band Thirty Seconds to Mars. Per questo, quando Pitt pronuncia in maniera piuttosto sprezzante la parola rockstar, lancia un’occhiata fugace proprio al personaggio di Leto.
“Starbucks club”. Fight Club è una feroce critica dell’Occidente globalizzato e massificato. E così, oltre a prendere di mira la standardizzazione dei nostri arredamenti per colpa delle irrinunciabili offerte Ikea, David Fincher ci ha tenuto a seminare il film di bicchieri e tazze di Starbucks. Guardando con attenzione, è possibile notare che ne appare almeno una in ogni scena del film.