Si chiama “La città delle Muse” ed è il festival con cui l’Università “d’Annunzio” di Chieti-Pescara, il 7 e l’8 aprile prossimi, presenterà le proprie ricerche alla comunità, trasformando il territorio in un grande laboratorio di idee e innovazione: incontri, mostre e spettacoli, ricerche di impatto sociale, sviluppate grazie a finanziamenti pubblici, si intrecciano con i saperi tradizionali e le nuove frontiere della conoscenza. Il tutto possibile grazie all’opportunità offerta dal Progetto “Assist Abruzzo”, finanziato dal Psc 2000-2020 di Formez e Regione Abruzzo.
Le mattine di lunedì 7 a Pescara e di martedì 8 a Chieti saranno dedicate ai giovani degli Istituti scolastici e dell’Università, un’esperienza tra scienza, memoria e futuro declinata anche nei nuovi linguaggi della comunicazione. Nei due pomeriggi, i Dipartimenti della “d’Annunzio” si sposteranno negli edifici storici del centro di Chieti, palazzo dei Veneziani, museo universitario, Camera di commercio, palazzo della Provincia, Convitto nazionale “G.B. Vico”, per dialogare con la società civile e raccontare il valore della ricerca. Le giornate si concluderanno al teatro Marrucino di Chieti con due spettacoli, con prenotazione e accesso gratuito, sui temi della coesione sociale e dell’inclusione, per far vivere il sapere anche attraverso l’arte. Il 7 sera andrà in scena “Voci di Donne nel tempo” con Anna Foglietta, l’8 sarà la volta di “Dioggene” con Stefano Fresi. Il mattino del 7 aprile Roberto Pedicini terrà una lettura nell’auditorium del rettorato a Chieti nell’ambito della manifestazione di apertura.
“La D’Annunzio ancora una volta, direi con crescente determinazione – spiega il rettore, Liborio Stuppia – si apre al territorio con l’iniziativa ‘La Città delle Muse’, che organizza grazie a un finanziamento Formez-Regione Abruzzo e alla collaborazione del Comune di Chieti e del Comune di Pescara, che ringrazio. Nel farlo il nostro Ateneo – precisa Stuppia – ha messo in campo uno straordinario impegno in termini di proposte, di capacità organizzativa e di grande operosità, grazie allo sforzo corale dell’intera comunità accademica. Siamo pienamente consapevoli del ruolo che la ‘d’Annunzio’ ha per un territorio che non considera limitato dalle ombre dei campanili, che non occupa, ma del quale si preoccupa, che coltiva e vivacizza, che aiuta ad essere al passo dei tempi, che sostiene nella competitività per qualità della ricerca e dell’alta formazione, ma che rende anche attraente per tanti studenti e ricercatori italiani e stranieri”.