Quali opere letterarie circolano tra i lettori del Mediterraneo? Il romanzo più amato è Il Conte di Montecristo. I libri che viaggiano è il tema della diciottesima edizione di Incontri mediterranei, a Procida dal 25 al 29 settembre. Cinque giornate con numerosi ospiti. Tra cui la scrittrice ed editrice libanese Rasha al-Amir (Il giorno del giudizio, edizioni La tartaruga), il politologo Vittorio Emanuele Parsi, la scrittrice e linguista tunisina Amira Ghenim (La casa dei notabili, edizioni e/o).
“Ogni anno scelgo un tema. L’idea quest’anno è quella dei libri che viaggiano. Il Conte di Montecristo, per esempio, è il libro che viaggia di più, è una passione sfegatata del mondo cristiano e del mondo arabo. Per il resto, la mia sensazione da molto tempo è che non abbiamo studiato le stesse cose. Prendiamo Montesquieu, per esempio. Che da noi è citato anche nelle parole crociate. Ecco, le parole crociate dall’altra parte del Mediterraneo non si fanno con Montesquieu. Il tema di quest’anno è un dichiarato appello a leggerci vicendevolmente e a pubblicarci, reciprocamente. A fare in modo che quando parliamo di diritti e di doveri, dello Stato, della religione, sappiamo che abbiamo letto gli stessi libri, poi possiamo trovarci d’accordo o non d’accordo”, ha spiegato a Milano alla conferenza stampa di presentazione di Incontri mediterranei, Luigi Mascilli Migliorini, professore di Storia moderna all’Università L’Orientale di Napoli e direttore scientifico della rassegna. Tra gli appuntamenti clou di Incontri mediterranei, la tavola rotonda tra editori:”E’ fondamentale che si incontrino gli editori tra le due sponde, per scoprire autori e temi”, ha commentato Mascilli Migliorini. Gli editori presenti saranno: Piero Attanasio (Aie), Francesca Bertuzzi (Il Mulino), Monica Cassetti (Bold-Letters, Spagna), Diego Guida (Guida Editori), Cemran Öder (Türkiye YayÕncÕlarÕ Birliği, Turchia), Gianluca Mori (Carocci editore), Pahedon Kidoniatis (Eurasian Publications, Grecia).
Incontri mediterranei si svolge in un luogo ricco di echi letterari: “L’isola è un laboratorio, una specie di possibilità di seminario a cielo aperto, un chilometro per quattro. Davvero si può stare lì per una settimana, e anche di più, non solo ad ascoltare degli amici e delle persone che diventano amiche venendo, ma si può continuare a parlare insieme, tra un aperitivo, al piccolo porticciolo, a cena, a pranzo.
Un’immersione gradevole e intensa che ha visto in questi anni venire persone molto spaesate all’inizio perché arrivare a Procida è una vera impresa, ve ne accorgerete, è una simpatica ebbrezza, ma una volta arrivati lì, come sempre succede per le isole e per Procida soprattutto, le persone non vorrebbero più andare via”, ha detto Mascilli Migliorini.
Il programma dell’evento nasce da una collaborazione con la casa editrice Il Mulino, sotto il patrocinio dell’Aie, Associazione Italiana Editori, e con il contributo di Bper Banca.