(di Mauretta Capuano) ALBERTO MANZI, IL LUNGO VIAGGIO DI EINAR (GALLUCCI, PP 128, EURO 12.90) Pubblicato in Germania nel 1963, finora inedito in Italia, esce il 15 ottobre per Gallucci editore il romanzo del maestro Alberto Manzi, Il lungo viaggio di Einar, rocambolescamente ritrovato e ispirato a un eroe realmente esistito. Il manoscritto originale in italiano è andato perduto e il testo proposto nell’edizione realizzata da Gallucci, in accordo con gli eredi di Alberto Manzi, è dalla versione in tedesco tradotta da Angela Ricci. Anche i disegni presenti nel libro sono gli originali realizzati da Heino Meissl, sempre per l’edizione tedesca.
Per la prima volta pubblicato in italiano, Il lungo viaggio di Einar è la sorpresa più attesa per il centenario della nascita di Manzi, il maestro d’Italia, che negli anni Sessanta con la trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi ha insegnato a scrivere e a leggere ad almeno un milione e mezzo di italiani, nato il 3 novembre 1924. “Lo abbiamo trovato facendo ricerche online sui libri di mio padre. È un romanzo breve.
Parla di un viaggio avventuroso fatto dai due protagonisti in un paese della Lapponia. Non so come gli sia venuta in mente questa ambientazione, anomala rispetto al mondo a cui si rivolgeva mio padre” aveva raccontato all’ANSA Massimo Manzi, il figlio del maestro, annunciando l’arrivo dell’inedito. Nel Nord della gelida Lapponia Einar Wallquist è l’unico medico presente. Ha scelto lui di vivere lì, per aiutare i coraggiosi lapponi nella lotta contro il clima rigido e la natura selvaggia. “La natura infuriava incontrastata, senza che nessuno le opponesse resistenza. I lapponi restavano in piedi solo grazie al loro coraggio; ma cosa può fare il coraggio, se non è sorretto dalla speranza? E la speranza di tutti loro era Einar” racconta Manzi. Ogni giorno il medico è alle prese con una nuova missione. Questa volta vuole salvare la vita al vecchio Eskil e farlo arrivare il prima possibile all’ospedale di Stoccolma. Armato di audacia e determinazione, Einar carica il paziente su una slitta e comincia il suo viaggio, pronto ad affrontare i tanti pericoli che lo attendono lungo la strada.
“Care lettrici e cari lettori! Dovete sapere che l’eroe di questa storia è esistito veramente, nel Nord della Lapponia. I nomi degli altri personaggi del libro, per esempio Eskil e Angol, sono inventati, quello del ‘dottor Einar’ invece è reale, così come è reale anche la sua lotta contro le forze e la furia della Natura, per alleviare le sofferenze degli altri esseri umani. Qualcuno di sicuro penserà che quel che racconto in questo libro sia impossibile, ma se alla fine di questa storia non sarete ancora convinti che il dottor Einar è realmente esistito, vi invito a pensare che al mondo ci sono tantissimi Einar, i cui nomi rimangono molto spesso nell’oblio. I pionieri infatti camminano davanti a tutti e la folla non li riconosce mai per quello che sono. È a tutti questi Einar che dedico il mio lavoro. Ma lo dedico anche a voi, care lettrici e cari lettori, perché possiate ricordarli” scriveva Alberto Manzi nella nota in apertura al libro, dedicato “al dottor Einar Wallquist Arjeplog – Svezia”. La storia di questo eroe silenzioso, destinata a lettori e lettrici di tutte le età, è il gioiello del centenario in cui vengono riscoperti anche aspetti meno conosciuti del maestro Manzi che con il suo metodo educativo ha rivoluzionato la didattica e il pensiero pedagogico. Scrittore e traduttore, Manzi si è occupato anche di adattamenti di alcuni classici della letteratura per i ragazzi e le ragazze, con il suo grande spirito di divulgatore. Quattro di questi grandi classici: Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne, con disegni di Francesco Faccia; Il libro della giungla di Rudyard Kipling, con i disegni di Beatrice Galli; L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, con i disegni di Francesco Faccia e Le avventure di Gargantua di François Rabelais, con i disegni di i Denis Medri, escono sempre da Gallucci il 25 ottobre.