Italo Giovanni Calvino Mameli, noto come Italo Calvino, nacque nel 1923 a Cuba, dove il padre lavorava come agronomo e dove la famiglia rimase fino al 1926, quando ritornò in Italia, a Sanremo. Durante la Seconda Guerra Mondiale partecipò alla Resistenza partigiana, inquadrato in una brigata sulle Alpi marittime. L’esperienza sarà così significativa da essere alla base del suo primo romanzo, IL SENTIERO DEI NIDI DI RAGNO, pubblicato nel 1947, e della raccolta di racconti ULTIMO VENNE IL CORVO, del 1949.
Terminata la guerra si trasferì a Torino, studiò lettere e lavorò con gli scrittori Cesare Pavese ed Elio Vittorini alla casa editrice Einaudi, collaborando anche a molti giornali e riviste. Raccolse e trascrisse le FIABE ITALIANE. Tra la sua vasta produzione letteraria ricordiamo: IL VISCONTE DIMEZZATO, IL BARONE RAMPANTE, IL CAVALIERE INESISTENTE, MARCOVALDO.
Morì a Siena nel 1985.
Il protagonista de IL BARONE RAMPANTE è Cosimo Piovasco di Rondò, primogenito di una famiglia nobile decaduta, che, una sera, litiga con il padre perché si rifiuta di mangiare una zuppa di lumache e, come atto di ribellione, decide di salire sugli alberi del giardino di casa.
All’inizio tutti pensano che presto si sarebbe stancato di questa scelta, ma le cose vanno diversamente: la vita di Cosimo si svolge tutta e sempre sugli alberi, prima nel giardino e poi nei boschi del circondario. Così Cosimo diventa famoso, viaggia e si innamora.
Quando si ammala, tutto il paese di Ombrosa (il luogo immaginario del romanzo) lo prega di scendere.
Un giorno, ormai vecchio e stanco, si arrampica sulla cima di un albero altissimo e si aggrappa alla corda di una mongolfiera di passaggio. Così, senza tradire il suo intento di non rimettere più piede sulla terra, scompare nel cielo.
La vicenda è narrata dal fratello minore di Cosimo, Biagio, che è il suo unico vero amico, e si svolge nel periodo dell’illuminismo e della Rivoluzione Francese: per la precisione inizia il 15 giugno 1767, quando Cosimo ha dodici anni, e finisce nel 1820 quando ne ha sessantacinque.
Calvino riprende un fatto di cronaca, avvenuto in California nel 1931, di cui viene a conoscenza nel 1950. Glielo racconta lo stesso protagonista, Salvatore Scarpitta.
Un mattino del 1931, il piccolo Salvatore litiga col padre e si rifugia su un albero dove resta per tutto il giorno, ma, alla sera, scende. A scuola racconta l’episodio e la sua “bravata” gli fa acquisire fama presso i suoi coetanei e vicini. Così, per acquistare ancora maggiore popolarità, risale sull’albero e vi resta per trentaquattro giorni. La sua storia finisce sui giornali dell’epoca e il dodicenne guadagna anche del denaro dalle interviste. Poi, molti anni dopo, racconta la sua storia di ragazzo a Calvino, che la trasforma in un libro.