Seppure rari, esistono già casi di figli che denunciano i genitori per averli esposti eccessivamente in tenera età sui social: il fenomeno è così diffuso che esiste anche un termine definire questa tendenza alla condivisione online costante da parte dei genitori di contenuti che riguardano i propri figli con foto, video, ecografie, storie. Si chiama sharenting e il neologismo deriva dalle parole inglesi share, ossia condividere, e parenting, genitorialità.
I pericoli dello sharenting e le conseguenze di un uso non regolamentato delle “IA” saranno alcuni dei temi al centro degli incontri della Privacy Week, la rassegna che si terrà a Milano dal 25 al 29 settembre.
Circa 50 relatori in oltre 30 incontri discuteranno insieme di potenziali soluzioni tecnologiche e politiche per proteggere la privacy dei cittadini e delle implicazioni psicologiche ed etiche della generale condizione di essere “esposti” durante la navigazione online. Intanto, per chiunque abbia la curiosità di farsi un’opinione, gli organizzatori suggeriscono un elenco di testi, tra saggi, fiction e romanzi autobiografici, che attraverso un linguaggio non tecnico, ma narrativo o in stile saggistico, permettono di offrire spunti di riflessione su queste tematiche che sempre più affollano il nostro quotidiano social e digital.
In particolare, per quanto riguarda il temi della privacy dei minori, si segnala, tra gli altri: TUTTO PER I BAMBINI (Delphine de Vigan, Einaudi Supercoralli, 296 pp, 19 euro). L’autrice francese da sempre scrive racconti su tematiche legate alla famiglia, agli adolescenti e alle sfide contemporanee del parenting con uno stile avvincente: in questo romanzo descrive la vita social tra stories, post e reel di una famiglia parigina che improvvisamente si trova davanti a uno sconvolgimento: la più piccola di casa scompare. Non si tratta di un thriller o di un noir con risvolti inquietanti, l’intento della scrittrice è di far riflettere il lettore attraverso una storia verosimile, su come e quanto lo sharenting possa influenzare comportamenti futuri e modi di pensare dei bambini coinvolti. Il secondo livello di lettura è se da un punto di vista giuridico si vada a ledere il diritto alla riservatezza del bambino che forse, da adulto, potrebbe avere da ridire rispetto al comportamento poco rispettoso della sua privacy da parte del genitore.
I FIGLI DELL’ALGORITMO: SORVEGLIATI, TRACCIATI, PROFILATI DALLA NASCITA, (di Veronica Barassi, edizioni Luiss, pp188, 18 euro) è un saggio sul tema dello sharenting, che gira intorno alla maxi domanda “dove finiscono i dati che condividiamo nella rete e quale utilizzo ne viene fatto?”. Barassi – studiosa che ha insegnato per molti anni Media, Communications, and Cultural Studies alla Goldsmith University di Londra, prima di diventare professoressa ordinaria all’Università di San Gallo, in Svizzera – porta il suo contributo nell’ambito dei surveillance studies, ovvero quel filone di studi di cui “Il capitalismo della sorveglianza” di Shoshana Zuboff è il punto di riferimento principale. “Per la prima volta stiamo creando una generazione “datificata” da prima della nascita – scrive l’autrice. – I dati dei nostri bambini vengono aggregati, scambiati, venduti e trasformati in profili digitali, e sempre più utilizzati per giudicarli e decidere aspetti fondamentali della loro vita”.
Siamo catapultati in un mondo nuovo, quello del capitalismo della sorveglianza, che ha completamente riscritto i concetti di libertà, privacy e controllo ma di cui nessuno ci ha informati prima.
SEI VECCHIO. I MONDI DIGITALI DELLA GENERAZIONE Z” (di Vincenzo Marino, Nottetempo, 155 pp, 15 euro) è un’indagine su abitudini e passioni digital della GenZ scritto da un trentasettenne che di lavoro si occupa di contenuti e che in occasione della Privacy week parteciperà alla Privacy Night, la serata dedicata al tema dello sharenting.
Cosa fanno i più giovani quando guardano incantati i propri smartphone? Di cosa parlano fra loro? Cos’è che li entusiasma, e quali sono i loro consumi culturali? Il tema guida è l’intrattenimento online e quello che sicuramente colpirà i non GenZ è scoprire che i giovani hanno moltissime passioni, ma tutte nuove e decisamente diverse da quelle delle generazioni precedenti. Un libro utile per tutti i genitori, gli adulti e i boomer che non resistono all’idea di penetrare i segreti e le dinamiche del mondo dei giovani, con un avvertimento: il rischio di non capire, di rimanere delusi o di annoiarsi è molto alto.