(di Marzia Apice) Leggere fa bene e fa crescere il Paese: non soltanto per lo sviluppo culturale e sociale di una comunità, migliorando le competenze linguistiche e cognitive, e per favorire la partecipazione civica, la mobilità sociale e il benessere individuale, ma anche per quanto riguarda il Pil. A spiegarlo è l’analisi condotta da Open Economics che ha valutato in termini monetari il valore generato dalla lettura tra i giovani, concentrandosi su tre fasce d’età giovanile (11-14, 15-17, 18-19 anni) individuate sulla base dei dati Istat, ossia su quel momento della vita più cruciale per lo sviluppo del pensiero critico e la formazione delle competenze chiave per la cittadinanza attiva e l’inclusione sociale.
La ricerca, realizzata utilizzando la metodologia del Social Return on Investment (SROI) e con un’analisi proiettata su 10 anni, ha prodotto risultati chiari: per ogni euro investito nella promozione e nel consumo culturale legato alla lettura giovanile, la collettività riceve un ritorno sociale di poco meno di quattro euro in termini di valore attualizzato. In dettaglio, considerando circa 2,74 milioni di giovani lettori (pari al 40% dei giovani italiani, secondo i dati di Istat e Aie) che dichiarano di leggere almeno un libro all’anno e con una spesa per la promozione della lettura di circa 168 milioni di euro, nel primo anno i benefici totali attribuibili alla lettura giovanile ammontano a circa 180,7 milioni di euro, distribuiti su molteplici dimensioni socio-economiche. Scontando questi benefici nel tempo e applicando un drop-off prudenziale del 10%, il valore attuale netto, Net Present Value (NPV), raggiunge 644,6 milioni di euro, con un SROI complessivo pari a 3,83.
La ricerca di Open Economics si pone dunque l’obiettivo di misurare l’impatto sociale della lettura nel medio termine, integrando dati quantitativi e qualitativi al fine di costruire una narrazione economica che metta in relazione i costi sostenuti con i benefici sociali generati dalla diffusione della lettura in età scolare e pre-universitaria. Tra le ricadute sociali positive più interessanti rilevate dallo studio, ci sono l’aumento del reddito futuro, il risparmio sulle spese sanitarie (5,4 milioni di euro di risparmio nel primo anno di analisi e un valore finale netto di risparmi sanitari pari a 19 milioni di euro), la riduzione della dispersione scolastica (è stato stimato un valore di 2.500 di euro di risparmio per ogni studente che completa il proprio percorso scolastico grazie all’impatto positivo della lettura, applicato alla popolazione di lettori giovanili, con un totale di 67,5 milioni di euro di benefici nel primo anno di analisi), la diminuzione del numero dei cosiddetti Neet, i giovani cioè che non lavorano e non studiano, e una maggiore digitalizzazione. Inoltre, leggere riduce la criminalità: integrata nei percorsi educativi delle carceri e degli istituti minorili, la lettura contribuisce a ridurre la recidiva e favorisce il reinserimento sociale, generando risparmi per il sistema penitenziario e vantaggi per la collettività. Secondo i dati forniti dalla ricerca, infatti, il costo annuale per detenuto, calcolato a partire da una spesa giornaliera di 160 euro per il 2023, è pari a 58.400 euro.
Applicando questo valore ai circa 313 giovani detenuti, il beneficio per il primo anno stimato grazie alla riduzione della criminalità è di 3,6 milioni di euro.