(dell’inviata Mauretta Capuano) Ci fa vedere ancora una volta gli aspetti meno esplorati, strani e a volte inquietanti della realtà che ci circonda la messicana Guadalupe Nettel, tra le più importanti scrittrici latinoamericane di oggi, al Festivaletteratura di Mantova con La vita altrove, otto racconti che escono in anteprima mondiale per La Nuova Frontiera nella traduzione di Federica Niola. Delicata e sorridente, Nettel, nata nel 1973 a Città del Messico, ha una scrittura incisiva, che si muove tra reale e fantastico e ci porta fuori dai confini prestabiliti. “Appena superiamo i confini sentiamo un certo disagio e difficolta. La letteratura ci fa uscire dalla zona di comfort in cui ci troviamo. C’è una linea che separa la realtà dalla fantasia e la letteratura ci permette di superarla mille volte. È il luogo perfetto dove immaginare mondi diversi, per mettersi nei panni di persone che non avresti mai pensato” dice Guadalupe Nettel.
“Nella raccolta Petali e altri racconti scomodi ho cercato di descrivere la bellezza del mostro. Volevo far ricadere all’interno di tutto questo la salute mentale, le depressioni, diverse anomalie e tutti quegli aspetti che si vorrebbe nascondere o tenere controllati. La bellezza non è solo quello che consideriamo tale, è una cosa molto ampia. In ognuno di noi c’è un mostro” afferma Nettel.
La famiglia con i suoi segreti e aspettative attraversa le otto storie di questo nuovo libro La vita altrove in cui sono grandi protagonisti anche il mondo animale e vegetale.
“Conoscere altre specie permette di conoscere meglio noi stessi.
Il racconto della pianta che sta male l’ho scritto dopo la morte di mio padre nel 2015, anche se lui non appare mai. Le storie di questo libro non sono autobiografiche anche se alcune hanno riferimenti alla mia vita come la pandemia, altre meno. La famiglia è il tema centrale del libro all’interno della coppia o della società” racconta la scrittrice.
Com’è cambiato il rapporto con la maternità?” Il dibattito creativo e sempre più aperto e la domanda centrale è ‘voglio diventare madre perché è un mio desiderio o voglio diventarlo perché mi viene imposto dalla società?’ E poi quale forma di maternità voglio vivere?” dice la scrittrice. “La ribellione per me è naturale, ma l’uomo ancora non sopporta veramente l’idea della donna libera. Il femminicidio è una forma di disprezzo nei confronti della donna che diventa un oggetto. In Messico la vita di un uomo vale tre volte di più di quella di una donna. Quando diventeremo più indipendenti saremo in grado di essere al sicuro” sottolinea. Autrice di romanzi come La figlia unica, selezionato tra i sei libri finalisti all’International Booker Prize 2023, de Il corpo cui sono nata e di fortunate raccolte di racconti come Bestiario sentimentale, Nettel ha sempre avuto una grande passione per la forma di narrazione breve. “È una questione di tradizione sudamericana. Io ho scelto questo genere come lettrice da quando ero bambina. Nella scrittura alterno sempre romanzi e racconti. Ho scritto due romanzi e ora sono tornata ai racconti. Il prossimo sarà un romanzo a cui sto pensando”.
Si rispecchia nel realismo magico? Sono sicuramente cresciuta in quello che chiamiamo realismo magico. Julio Cortazar ha avuto un grande impatto su di me come lettrice e scrittrice, il mio realismo magico assomiglia al suo dove il magico appare in situazioni normali” spiega. Nel Torpore, il racconto che chiude la raccolta, ha raccontato la paura del Coronavirus. “Viviamo in un un mondo che si sta distruggendo, in cui tutto è controllato.
Ci stiamo muovendo in questa direzione. Il torpore lo ho scritto in piena pandemia. Volevo raccontare la paura di essere controllati, di un virus. Ho voluto lasciare una sorta di testimonianza” racconta. E cosa pensa delle presidenziali messicane 2024 che vedranno sfidarsi due donne? “È surreale. Non abbiamo mai vissuto un momento come questo. Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito a tante proteste da parte delle donne in Messico che in questo periodo hanno avuto un ruolo centrale. Spero che la situazioni migliori e le disuguaglianze scompaiano o migliorino” e dice che “ora no, ma forse in futuro” questo momento politico le potrebbe ispirare un romanzo.