“Se non c’è una guerra atomica non vuol dire che non ci sia una guerra convenzionale, e che la gente continui a morire”. Il professor Giulio Sapelli riprende una vecchia, lucida, riflessione di Henry Kissinger per esprimere le proprie preoccupazioni sulla situazione geopolitica internazionale: “Io penso che ci sarà un’espansione della guerra convenzionale; i russi sono spaventati e quindi aggressivi, faranno altre provocazioni sui Paesi baltici e quindi potrebbero esserci errori … poi spero che il buon senso prevalga. Ma ci sono condizioni perché una guerra ci sia. Il futuro è molto difficile”, ha detto l’economista in un dibattito a Pordenonelegge.
In una situazione così complessa si inquadra la figura “per niente diplomatica” e che “alimenta i conflitti” che è Donald Trump. “Basta vedere i pasticci che fa, tipo la Groenlandia, che è un attacco ai russi, o l’India, che ha rapporti storici con la Russia”. Questa dell’India è una vicenda che “può creare difficoltà all’interno della regione con il Pakistan che cerca di rafforzarsi e fa un accordo con i sauditi…” Insomma, un mondo in subbuglio “nell’assenza assoluta dell’Europa”, come è anche il caso di Gaza, e “un’informazione che se non è fatta da ignoranti” talvolta “è fatta in malafede”.
“Nessuno nota che Abu Mazen non ha detto nulla contro quest’ultimo attacco di Israele”, ha sottolineato.
Trump rappresenta “il capitalismo che cerca di riannodare i fili della centralizzazione capitalistica”, ma “non è all’altezza dell’immane compito che ha”. “È l’America che non riesce a produrre più figure di alto profilo, anche perché la cultura woke ha distrutto tutto”.