
(Di Francesca Pierleoni e Chiara Venuto) Entro fine mandato “spero che arriveremo a una legge di sistema sul libro. Ci lavoreremo come faremo per il cinema. Siamo pronti a dialogare con il Parlamento, che è sovrano” nel legiferare. E’ l’auspicio del ministro della Cultura Alessandro Giuli nell’incontro dedicato alla presentazione dei dati sullo stato di salute dell’editoria italiana, durante la giornata d’inaugurazione a Più libri più liberi, la fiera romana per i piccoli e medi editori.
I numeri restituiscono ancora una volta un quadro in chiaroscuro: cresce la lettura in tutte le fasce d’età nel corso degli ultimi 10 anni, ma ancora oltre 15 milioni di italiani non hanno letto nei 12 mesi precedenti neppure un libro, un e-book, o ascoltato un audiolibro. L’analisi dell’ufficio studi di Aie sulla base dei dati NielsenIQ BookData evidenzia come dal 2008 ad oggi l’editoria libraria abbia vissuto tre fasi diverse. Nella prima ha visto, dopo una crescita nel 2008-2010, un brusco calo delle vendite fino a un minimo di 81,3 milioni di copie vendute nel 2016. Dopo è seguita una stagione di forte crescita che ha accelerato dopo il Covid e che ha portato a un picco di 104,8 milioni di copie vendute nel 2021. In seguito tale crescita si è fermata e, nel 2024, le copie vendute sono state 102,6 milioni. Nel 2025 dopo che le vendite del mercato trade (cioè quello delle librerie e nelle piattaforme online) avevano fatto registrare nei primi dieci mesi dell’anno una flessione a valore del 2,4% rispetto al 2024, con vendite complessive pari a 1.128,8 milioni di euro, un novembre positivo ha portato il mercato a ridurre il calo all’1,98%.
“Difficile fare previsioni per la fine dell’anno – ha spiegato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Innocenzo Cipolletta -, ma l’arrivo da parte del ministero dei 60 milioni per le biblioteche, così come i 18 milioni della Carta Cultura per le famiglie meno abbienti e la ripartenza della Carta Docenti ci fanno sperare in una chiusura d’anno positiva. Con il 2026 si apre una nuova fase e, sul versante delle politiche pubbliche, crediamo sia il momento di discutere di una legge per il libro che sostenga le imprese”.
Per Giuli “il mondo dell’editoria può e deve sorreggersi con le proprie forze, ma è evidente che ci sono circostanze storiche, culturali e sociali su cui le istituzioni pubbliche devono lavorare per mettere in condizione i giovani e l’editoria di svilupparsi e stare sul mercato. Non è la panacea di tutto ed è per questo che siamo intervenuti con una robusta iniezione di fondi, ma con una strategia che abbiamo definito il piano Olivetti. In particolare, per le biblioteche”. Il 2025 “è stato un anno particolarmente complesso per le piccole e medie case editrici, e le prospettive future rendono sempre più urgente discutere di misure – spiega Lorenzo Armando, presidente del Gruppo Piccoli editori di Aie – meglio se organiche e nel quadro di una nuova legge di sistema per il libro, per accompagnare soprattutto le imprese che continuano a investire, agevolandole sul piano industriale e incentivando l’innovazione, in uno scenario in continua evoluzione”.