(di Micol Graziano)
– ROMA, 14 MAG – È il 1978 quando Sofia, in Argentina,
a soli due anni, viene separata dalla madre, Silvia, una giovane
donna, attivista politica, che si oppone al regime e finisce nel
lungo elenco degli oltre trentamila desaparecidos del paese
sudamericano. La loro storia è raccontata in Figlie, il podcast
di 6 puntate prodotto da Chora Media che sarà disponibile in
esclusiva su RaiPlay Sound, online e sull’app, a partire dal 16
maggio.
“Da un po’ di tempo – spiega all’ANSA la curatrice Sara Poma
– stavo riflettendo su come raccontare il lutto materno, cercavo
una storia che non fosse necessariamente solo la mia: io ho
perso mia madre quando avevo 17 anni. Un giorno ho ricevuto
un’email da una conoscente, Sofia, appunto, che mi diceva di
aver ascoltato la mia prima serie podcast dal titolo Carla che
parlava della vita di mia nonna che ha lasciato un diario di
memorie. Sofia mi scriveva che quella storia aveva risuonato
molto in lei, perché era da tempo che voleva raccontare alle sue
bambine chi era stata la loro nonna – che è Silvia. Già dal modo
in cui quell’email era scritta ho capito che c’erano tante
rispondenze fra me e Sofia e abbiamo deciso di intraprendere
questo viaggio nella memoria”.
“La cosa sorprendente per me è che, anche se le nostre
esperienze sono molto diverse, perché la mia è un’esperienza di
perdita molto più comune rispetto alla sua, ci siamo rese conto
parlando, conoscendoci – continua Poma – che facevamo dei sogni
ricorrenti sulle nostri madri: io sognavo che mia madre c’era,
era viva, ma stava in una stanza, chiusa a chiave, e non poteva
comunicare con me e mia sorella; Sofia invece mi ha raccontato
un sogno in cui finalmente si ritrova con Silvia ed è talmente
felice di rivedere sua madre che non riesce neanche a correrle
incontro ma si siede, in silenzio, e la guarda a lungo; ecco
perché la prima puntata del podcast si chiama: Quando lei arriva
io la guardo”.
Con Sofia, per raccogliere notizie su Silvia, sono andate in
Argentina. “Sì, è stato un viaggio memorabile; intenso. È stato
incredibile trovare persone generose che si sono spese
enormemente per provare a restituirci il ricordo di Silvia. Mi
porto dietro questo ricordo dell’incredibile generosità e
dell’incredibile attenzione al tema della memoria. Una delle
cose che mi ha colpito di più è scoprire un paese in cui tanti
luoghi che sono stati luoghi di dolore e di tortura, di sopruso,
sono stati espropriati e sono diventati oggi dei luoghi di
memoria, degli archivi, dei luoghi dove si può andare a
conoscere la storia”.
“Quello che volevamo fare in questo podcast era dare
un’immagine tridimensionale di Silvia, far emergere la sua
individualità; attraverso le parole di chi l’ha conosciuta,
volevamo parlare non solo della Silvia militante, ma anche della
Silvia privata, delle sue passioni, di quello che le piaceva;
abbiamo scoperto, per esempio, che era una donna che amava la
sua discendenza italiana, amava le canzoni di Mina, di Ornella
Vanoni; perché questa che raccontiamo è sì una storia collettiva
– conclude la curatrice – ma è anche una storia individuale:
quella di Sofia e di Silvia, sua madre’. .