(di Paolo Petroni) E’ Paideia la parola, il tema che darà vita al prossimo Festivalfilosofia, il 19, 20 e 21 settembre 2025 a Modena, Carpi e Sassuolo. L’annuncio è stato dato alla conferenza stampa di chiusura e di bilancio di questa 24 edizione che aveva per tema Psiche. Un’edizione, come ha detto Anselmo Sovieni, presidente del Consiglio direttivo del Consorzio per il Festivalfilosofia, in cui c’è stato ”un notevole incremento di pubblico, visibile nelle piazze e i teatri, in particolare per le impegnative lezioni magistrali, e anche per quelle tenute da nomi nuovi, che erano quest’anno più della metà”.
La prossima edizione festeggerà i 25 anni del festival e, sottolinea il sindaco di Modena Massimo Mezzetti, ci aspettiamo un riconoscimento legislativo istituzionale che lo riconosca come una delle più importanti manifestazioni culturali, che negli anni ha trasmesso saperi e ha svolto un lavoro anche pedagogico, aiutando a crescere come persone e come cittadini”.
E’ per questo che Massimo Cacciari, del Comitato scientifico del festival, ha parlato di ”grande appuntamento politico nel senso stretto e positivo del termine” spiegando come Paideia voglia dire ”educazione, formazione del figlio, sistema per plasmare i giovani e quindi il futuro di un paese”. Preceduto da Barbara Carnevali, anche lei del Comitato, che ha ricordato la situazione della nostra scuola e come gli insegnanti italiani siano sottopagati e quindi un festival sul tema Paideia sia chiamato a fare il punto sul ruolo proprio degli insegnanti e della scuola stessa. Per Cacciari professori e studenti ”in questo paese non sono rappresentati e il festival cercherà di proporsi come tale nei modi che gli sono propri”.
Michelina Borsari, storica fondatrice e curatrice per anni del festival, oggi nel Comitato scientifico, ha posto l’accento sul ritardo della cultura umanistica e della formazione in un’epoca in cui tutto va veloce e le tecnologie si rinnovano rapidamente, trasformando il mondo del lavoro e ponendo questioni nuove che ci riguardano da vicino e obbligano a interrogarci, come nel caso dell’Intelligenza artificiale, se si debba o meno ripensare qualcosa relativamente al nostro essere umani, alla trasmissione del nostro sapere, e di quale sapere.
Concorde ovviamente Daniele Francesconi, direttore del Festivalfilosofia, che parla di ”emergenza della questione del sapere e della formazione della società, anche in relazione alle politiche scolastiche e della ricerca pensando al sapere umanistico ma anche all’impatto delle tecnologie nella conservazione e trasmissione della conoscenza e dei patrimoni”, ricordando che non a caso è stata scelta, invece di una sua traduzione moderna come appunto Educazione o Formazione, questa parola greca, Paideia, che contiene oggi tutti i significati che le sono stati attribuiti nel tempo.