– ROMA, 03 LUG – ERRI DE LUCA, ‘LE REGOLE DELLO SHANGAI’ (FELTRINELLI, PP. 109, EURO 14) ‘Le regole dello Shangai’ di Erri De Luca è un romanzo breve, che scardina la struttura del romanzo classico: nella prima parte un flusso di dialoghi, nella seconda lettere e pagine di diario. La prosa, semplice e lieve, si fa drammaturgia – secondo uno stile sperimentato anche da Philip Roth nel celebre ‘Inganno’.
Al centro delle ‘Regole dello Shangai’ una gitana in fuga accolta e salvata da un vecchio solitario che vive arroccato in una tenda, e in essa accoglie la ragazza.
La storia e lo stile richiamano in filigrana autori americani come Philip Roth e Cormac McCarthy – soprattutto il McCarthy dell’apocalittico ‘La strada’ -, e salmi biblici in cui si ricorda che chi teme il Signore, ed ha un cuore puro, abiterà nella sua tenda.
Il vecchio, una sorta di eremita, napoletano di madre russa – portatore di un segreto che verrà svelato soltanto alla fine, tramite uno scioglimento tipico del giallo – di mestiere è orologiaio. Il vecchio è un uomo che ama le carte, l’enigmistica ed è abilissimo a spostare bastoncini nel gioco dello Shangai. È una persona generosa ma al contempo impenetrabile.
Un giorno s’imbatte in una gitana, dai lunghi capelli; lei è in fuga dalla famiglia, sta scappando perché vogliono imporle un matrimonio combinato. Il vecchio diventa il suo salvatore e le indica la strada della libertà, le fa conoscere il mare, la prepara a una nuova vita. La giovane gitana chiama gli animali ‘persone’, ama i corvi e gli orsi, con cui sa instaurare un rapporto simbiotico, ed è un’esperta chiromante.
Tra i due nasce un legame profondo che abbatte le barriere del tempo: ‘Non faccio distinzione di età. Tu mi chiami vecchio, va bene, ma io sono lo stesso tuo coetaneo, vivo nello stesso tempo. Le generazioni per me non esistono. Finché si è vivi siamo contemporanei. Siamo due persone’.
Questi due personaggi non hanno nome e i motivi li spiega Erri De Luca nella premessa: ‘I loro nomi non contano, per me. I nomi non aggiungono niente alle persone. Anzi tolgono: se chiamo Federico il personaggio, ecco che chi legge lo associa involontariamente a una persona che ha lo stesso nome. Questo abbinamento non aggiunge, toglie. Nessuno somiglia a qualcun altro, neanche i gemelli omozigoti’.
‘Le regole dello Shangai’ è una storia poetica, che ricorda racconti mitici e dell’epos, una trama esile e avventurosa, un racconto ambientato nel Novecento, ma dietro la finzione si celano anche temi d’attualità dei giorni nostri come la Russia, l’Occidente, le migrazioni, l’accoglienza dei profughi. .