(dell’inviata Mauretta Capuano)
– TORINO, 18 MAG – Dell’Albania bisogna “andare alla
scoperta con occhi nuovi, senza pregiudizi”. Ermal Meta,
protagonista con la ministra della Cultura, Elva Margariti,
dell’incontro d’apertura di Albania Paese Ospite del Salone del
Libro di Torino che si è inaugurato oggi, ha parlato in Sala
Oro, piena fino all’ultimo posto, del suo rapporto con il suo
paese e la sua storia – che ha raccontato in ‘Domani e per
sempre’ (La nave di Teseo) – e di come concepisce la scrittura
e la musica. “In un paese bisogna andarci, vederlo per
comprenderlo. Bisogna avere la curiosità e non la pretesa di
aver capito. Non c’è una casella che possa contenere un popolo,
la sua storia, cultura, i suoi sogni”.
Ma che idea c’è oggi dell’Albania in Italia? “È cambiato il modo
in cui guardiamo all’Albania che dopo il Novanta è stata
raccontata dagli albanesi con tutte le difficoltà di potersi
esprimere e farsi valere e tutta la sofferenza che portavano
dentro e con la voglia di avere tutto e subito. Oggi viene vista
dagli occhi degli stranieri che la raccontano. Stiamo investendo
molto come governo per far conoscere l’Albania con gli occhi
degli stranieri che vengono a lavorare, a vivere. In questo modo
investiamo anche sui nostri giovani perché non lascino il Paese
per trovare l’Europa, ma far sì che l’Europa venga in Albania.
Ci vorrà tempo, ma è un’operazione che in Albania si sente
tanto” ha detto la ministra Elva Margariti. E sottolineato che
“anche gli albanesi hanno cambiato il modo di vedere gli
italiani. Voi siete stati la nostra finestra sul mondo negli
anni bui, quando vedevamo la tv di nascosto. Per noi quello era
l’Europa, la bellezza. Ma anche gli albanesi, una volta arrivati
in Italia, hanno capito che non era tutto così bello come lo
vedevano in tv. Noi non vi vedevamo simili, eravate in alto, in
cielo per noi. Ora vi sentiamo come fratelli, siamo due paesi
che hanno molte cose in comune. Oggi c’è meno distanza”.
Anche Ermal Meta ha spiegato che quando è arrivato in Italia
ai suoi occhi il Paese “era quello che vedeva nella pubblicità,
alla tv. Mi aspettavo di vedere cose pazzesche, macchine
volanti. Poi sono arrivato a Bari e ho detto a mia mamma: ‘mi
sembra di essere a Durazzo?’ E’ uguale, solo più grande, forse
per questo amo particolarmente quella città. Ma forse sono io un
po’ così perché quando sono andato a Los Angeles mi sembrava di
essere a Terlizzi, in provincia di Bari, ma in una Terlizzi
immensa, di 28 milioni di abitanti”.
Alle ultime amministrative, nel week end scorso, nel comune
di Pieve di Cadore è stata eletta a sindaco Sindi Manushi, una
giovane albanese, arrivata in Italia a nove-dieci anni. E’ il
segno di un vero cambiamento? gli ha chiesto la conduttrice
dell’incontro Sara Chiappori. “Ma lo sa Salvini? E’ solo una
domanda” ha scherzato Ermal Meta.
L’incontro è stato aperto da un collegamento video con lo
scrittore Ismail Kadare che ha detto: “L’Albania è una delle
nazioni più antiche d’Europa e il suo passato viene spesso
negato, cosa che mi rattrista perché è ingiusto che a un popolo
venga negato il proprio passato. Questo passato non serve per
vantarsi, ma è un passato che guarda al futuro. Tutto il bene
che arriva oggi all’Albania nasce da questo riavvicinamento con
l’Europa” ha sottolineato Kadare.
Tra gli applausi Ermal Meta, prima di essere catturato dal
firma-copie ha sottolineato anche che ‘Credere in quello che
vuoi diventare è la chiave per comprendere la storia”.
Ma scrivi prima i testi o la musica? Quando sono
particolarmente fortunato mi arrivano insieme. La lingua
italiana ha una sua musicalità. Altrimenti inizio dalla musica
perché a volte mi vengono molte più idee musicalmente, nel mio
studio con una infinità di strumenti”. .