GIOVAN BATTISTA BRUNORI, ‘IL NUOVO MEDIORIENTE IL DECLINO DELLA MEZZALUNA SCIITA’, (Belforte, 197 pp, 25 euro).
“Due anni dopo l’orrendo massacro del 7 ottobre, la furiosa risposta del governo Netanyahu e l’inizio della guerra a Gaza, l’uccisione di migliaia di civili palestinesi e lo scoppio di una drammatica crisi umanitaria, il Medioriente è ancora nel caos anche se comincia a vedersi una luce in fondo al tunnel.
L’annuncio di Hamas di liberare gli ostaggi israeliani ridà slancio ai colloqui sulla tregua e sul futuro assetto di Gaza”.
Ne parla nel suo libro Giovan Battista Brunori, archivista, giornalista, attualmente corrispondente responsabile dell’ufficio Rai per il Medioriente.
Dopo 730 giorni di guerra, si delinea il declino della “Mezzaluna sciita” iraniana e il sorgere di nuovi equilibri tra le potenze. Hamas non ha vinto Israele sul piano militare ma l’ha battuto però su quello della propaganda e sull’aver messo al centro dell’attenzione mondiale il tema della Palestina.
Oramai però molti paesi arabi e musulmani vedono Hamas come una parte del problema e non della soluzione, e cominciano apertamente a “scaricare” il gruppo che ha governato Gaza con il terrore per 18 anni e torturato i suoi abitanti. D’altra parte, la comunità internazionale accusa Israele di uso sproporzionato della forza, di aver voluto colpire i terroristi punendo un intero popolo, racconta Brunori.
Due anni dopo il sette ottobre Israele ha ripristinato la deterrenza spezzando gli anelli della “catena della morte” preparata dall’Iran. L’Idf è riuscito a schiacciare nemici esterni ed interni ma non riesce però a debellare il terrorismo palestinese che continua ad insanguinare le città israeliane.
La strategia di guerra permanente ha neutralizzato provvisoriamente le minacce manifestatesi il 7 ottobre ma non è garanzia di stabilità a lunga scadenza e non offre soluzioni per una vera pace. I fronti aperti sono troppi anche per la temibile macchina bellica israeliana.
Sarà invece ancora molto lunga e dolorosa la strada dei palestinesi verso uno Stato, nonostante i riconoscimenti di molti paesi. In attesa di capire cosa accadrà del piano di pace di Trump per la stabilizzazione dell’area e la ricostruzione di Gaza, la scelta di Hamas di violentare la popolazione israeliana il 7 ottobre con l’obiettivo di creare una Palestina “dal fiume al mare” gettando a mare i suoi abitanti ha indebolito la causa dei due Stati, ha rafforzato le ali estreme allontanando dal percorso di pace anche le donne e gli uomini che in Israele hanno sempre lavorato e creduto nella coesistenza.
Sono sempre più drammatiche le condizioni dei palestinesi di Gaza vittime dei raid israeliani, ma ancor prima di leader violenti e senza scrupoli che hanno promesso loro un futuro glorioso e li hanno invece portati alla rovina.