L’autore e il narratore sono due soggetti importanti in ambito letterario, ma c’è da fare attenzione a non usare i termini come sinonimi siccome hanno caratteristiche diverse. Andiamo a scoprire quali sono.
Autore e Narratore: che differenza c’è?
Iniziamo con l’autore: è una persona esistente o realmente esistita che ha scritto il romanzo, la raccolta di libri o un libro di poesie. Che la sua vita sia pubblicamente nota o meno, è la mano che ha messo nero su bianco le parole che leggete.
Frankenstein di Mary Shelley, per esempio, è narrato in prima persona da ben tre narratori diversi: c’è Robert Walton, che riporta nel suo diario le vicende del dottor Frankenstein; c’è il dottor Frankenstein, che racconta la sua tragedia; infine c’è il mostro, che si racconta direttamente al suo creatore. Mary Shelley non è la narratrice della storia, ma la sua autrice.
Allo stesso modo, il narratore delle Avventure di Huckleberry Finn è proprio l’orfano Huckleberry Finn e non Mark Twain; e il Watson che narra tutte le vicende di Sherlock Holmes non è Arthur Conan Doyle.
Come fare in quei casi in cui la narrazione è riportata in prima persona e autobiografica? La distinzione tra autore e narratore viene a mancare in romanzi come Se questo è un uomo? La risposta è no: va scisso il Primo Levi che ha vissuto le esperienze dei campi e che le ha messe per iscritto al suo rientro dalla voce che racconta i mesi passati ad Auschwitz nel libro.
Il racconto, di qualsiasi tipo sia, aggiunge un filtro finzionale alle vicende, che rende necessaria questa distinzione.
I diversi tipi di narratore
Il narratore, invece, è la voce che sta narrando i fatti che state leggendo. Come riportato sopra, esistono diversi tipi di narratore:
- Extradiegetico: Il narratore è esterno al racconto
- Intradiegetico: Il narratore è interno al racconto
- Eterodiegetico: Il narratore non prende parte alle vicende narrate
- Omodiegetico: Il narratore è partecipe o testimone di quanto racconta. In questo caso, si può ulteriormente dividere in narratore autodiegetico o allodiegetico, a seconda che racconti fatti riguardanti se stesso o altri personaggi.
- Onnisciente: Il narratore conosce tutti i dettagli della storia e sa muoversi tra passato, presente e futuro e conosce i pensieri e i motivi dei personaggi. Solitamente, un narratore onnisciente è un narratore esterno e in terza persona: è difficile che qualcuno pienamente coinvolto nelle vicende, che narra dal suo punto di vista, riesca ad adottare un punto di vista di qualcun altro o sondarne la psicologia e i pensieri.
Il narratore, infine, può essere inaffidabile o inattendibile, ovvero altera la narrazione in base alla propria prospettiva e (spesso solo alla fine) costringe il lettore a rivalutare l’intera vicenda narrata, come Zeno Cosini di Coscienza di Zeno, che con il colpo di scena finale stravolge la propria credibilità, fino a quel momento ritenuta incrollabile.
I diversi tipi di focalizzazione
Dopo aver parlato di punto di vista è bene introdurre il concetto di focalizzazione del testo. La focalizzazione è il punto di vista dal quale vengono presentati i fatti dal momento che, a seconda di come vengono descritti, il contesto cambia. La focalizzazione può essere:
- Focalizzazione zero: quando il narratore è esterno e onnisciente, il lettore ha la possibilità di dominare dall’alto l’intera narrazione, conoscere i pensieri dei protagonisti e spostarsi senza problemi nello spazio e nel tempo.
- Focalizzazione interna: che sia esterno o interno, il narratore adotta un punto di vista interno, limitato alle conoscenze e ai pensieri di un singolo personaggio. Questo tipo di focalizzazione può essere poi ulteriormente analizzato:
- Focalizzazione interna fissa: il narratore adotta il punto di vista di un solo personaggio per tutta la durata della narrazione.
- Focalizzazione interna variabile: il punto di vista adottato è quello di diversi personaggi che raccontano diversi episodi.
- Focalizzazione interna multipla: il punto di vista adottato appartiene a diversi personaggi, che raccontano tutti lo stesso episodio.
- Focalizzazione esterna: il narratore sa meno dei personaggi stessi riguardo alle vicende che narra. Si tratta di un narratore nascosto e impersonale, che si mimetizza con i propri personaggi e segue l’ordine lineare degli eventi che si stanno svolgendo. Un esempio sono i romanzi gialli: il detective non conosce i fatti in anticipo, ma li scopre nel corso della narrazione.
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