Dal 29 settembre arriverà nei cinema italiani Dante, la pellicola del grande regista Pupi Avati dedicata alla vita dell’autore della Divina Commedia. Un’opera cinematografica curata in ogni minimo dettaglio, cui il regista e scrittore ha lavorato per oltre vent’anni attraverso un minuzioso lavoro di studio e di approfondimento.
Nel film Pupi Avati si è riproposto di riversare tutto il suo “grande amore per il poeta fiorentino” raccontandone soprattutto il lato umano, la sua vita da ragazzo e l’amarezza dell’esilio.
Nel cast troviamo Sergio Castellitto e Alessandro Sperduti nei ruoli dei due protagonisti, rispettivamente Giovanni Boccaccio e Dante Alighieri. Gli attori saranno affiancati da Carlotta Gamba nel ruolo di Beatrice, Enrico Lo Verso, Paolo Graziosi, Alessandro Haber, Leopoldo Mastelloni, Milena Vukotic, Morena Gentile e molti altri.
La pellicola è una produzione DueA Cinema in collaborazione con Rai Cinema e sarà distribuita nelle sale cinematografiche italiane da 01 Distribution.
All’opera cinematografica il regista ha dedicato anche un libro L’alta fantasia. Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante, pubblicato nel 2021 da Solferino Libri, un romanzo-saggio profondo e delicato che riassume gran parte della trama del film.
Per ricostruire la vita di Dante il regista si è ispirato a un libro: il Trattatello in laude di Dante scritto da Giovanni Boccaccio, che tuttora costituisce la più preziosa fonte documentaria sulla biografia del Sommo Poeta. Avati si serve di un espediente narrativo interessante: narra la vita di Dante Alighieri a ritroso, dunque partendo dalla sua morte, attraverso le parole di un altro grande autore della letteratura italiana, Giovanni Boccaccio, che si mette sulle tracce del Poeta per ricostruirne il vissuto.
Attraverso la sua opera cinematografica il regista bolognese si propone di umanizzare il Sommo Poeta rendendolo vicino ai lettori, alla gente comune. Con l’intelligenza di un accademico Avati ha intrecciato la narrazione boccacciana ad alcuni brani della Vita Nova, scritti tra il 1292 e il 1294, che danno conto al lettore moderno della fanciullezza del Sommo Poeta e del suo amore per Beatrice.
Alla donna angelicata della Commedia Pupi Avati conferisce un nuovo spessore: il regista non la trasfigura in una musa astratta, ma la rende una donna di carne e sangue, che è consapevole di quanto sta accadendo, di ciò che sarebbe diventata. Beatrice sa dell’amore di Dante e riconosce la potenza della poesia di quest’uomo che, un giorno, la renderà eterna. Sarà l’amore per Beatrice a dare al Sommo Poeta la percezione del divino. Avati si sofferma non solo sulla passione giovanile di Dante, ma soprattutto ne indaga le implicazioni mistiche e poetiche che porteranno alla stesura della Commedia.
Il film ha inizio dalla morte di Dante di Alighieri, avvenuta nel 1321 a Ravenna. Alcuni anni dopo, nel settembre del 1350, un certo Giovanni Boccaccio viene incaricato di portare dieci fiorini d’oro come risarcimento simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Nel corso del lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia di Dante incontrerà molte persone che sono state vicine al Sommo poeta durante gli anni dell’esilio. Ripercorrendo lo stesso tragitto di Dante, da Firenze a Ravenna, Giovanni Boccaccio ricostruisce la vicenda umana di Dante Alighieri.
L’autore del Decameron si trova così a confrontarsi con i vari momenti dell’esistenza di Dante: la sua esasperata sensibilità di bambino e l’incontro con Beatrice, la politica e i tradimenti, l’amarezza dell’esilio dalla cara Firenze, il tormento e l’estasi della scrittura.
Lo sguardo di Pupi Avati intende restituire al pubblico un aspetto di Dante Alighieri che ancora sfugge alla maggior parte della gente, mostrando l’uomo che si nascondeva dietro il genio. Il film non si concentra sulle opere letterarie di Dante ma sulla vita stessa, che è afflitta da dolori e angustie come tutte le esistenze, e ci fornisce così il ritratto di un uomo eccezionale nella sua normalità.