– IL CAIRO, 16 GIU – Gabriele D’Annunzio nel ruolo di primo grande scrittore italiano a credere nel cinema come un potente mezzo per creare visioni e generare emozioni in un pubblico vastissimo è stato presentato al Cairo in uno spettacolo riproposto, per la prima volta in Egitto, dall’Istituto italiano di cultura della capitale egiziana.
Il recital, a cavallo tra letteratura, musica e cinema, ha offerto un’antologia di poesie di D’Annunzio intervallate da filmati e musiche dell’epoca interpretate dal soprano Sara Allegretta, accompagnata al pianoforte da Vincenzo Rana,.
Lo spettacolo dal titolo Le Muse di Gabriele D’Annunzio, scritto e co-interpretato dall’attrice, conduttrice televisiva ed ex modella Isabel Russinova, è stato portato in scena ieri sera con il coordinamento artistico del Maestro Elio Orciuolo nella seconda edizione della rassegna Italian Cinema Focus.
In scena è emerso il rapporto tra il poeta ed Eleonora Duse, diva celebre anche in Egitto a cavallo del secolo. Mentre un nuovo protagonismo femminile si affermava nel mondo, prendeva forma l’idea di D’Annunzio che il cinema sarebbe diventato lo strumento per soddisfare il bisogno collettivo di esotismo e meraviglioso.
“Con Le Muse si mette in scena il D’Annunzio scrittore della modernità che colse i segni di una nuova dinamica della sensibilità sociale”, ha sottolineato all’ANSA il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura del Cairo, Davide Scalmani, alla richiesta di elaborare il concetto del vate pescarese nelle vesti di “primo scrittore per il cinema”, come recita la locandina dello spettacolo.
“Nella sua poetica c’era spazio sia per popolarizzare la narrativa attraverso il cinema, sia per evocare un nuovo protagonismo femminile in grado di corrodere gli stereotipi sociali. Il barometro dannunziano registrava quei movimenti profondi che mettevano la società in tensione con se stessa, ne esprimeva la sete di assoluto e allo stesso tempo, con gusto decadente, la sua estenuazione, le crisi di alienazione e le nevrosi”, ha aggiunto Scalmani.
Nel D’Annunzio delle Muse si possono “rintracciare le impronte al negativo di una società perbenista ma in realtà ipocrita, luccicante nella vetrina ma malata nella sostanza, esposta alla disillusione, dominata da un dio-denaro regolatore di ogni rapporto umano; un mondo nel quale in cui si è tutti alla ricerca di emozioni sincere, delle nostre muse”, ha spiegato ancora il diretto dell’Istituto. .