– FIRENZE, 23 MAG – Da oggi è possibile consultare sul sito web dell’Opera di Santa Maria del Fiore la nuova versione digitale dei registri battesimali di Firenze che coprono un arco temporale dal 1450 all’inizio del XX secolo (https://battesimi.duomo.firenze.it/).
I registri, conservati nell’Archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore, “sono una fonte preziosissima e insostituibile di informazioni – si spiega dall’Opera – per stabilire le date di nascita, le relazioni di parentela, le zone di residenza di numerosissime generazioni di fiorentini, arrivando a coprire un’estensione cronologica di ben quattro secoli e mezzo”.
Tra i tanti battezzati anche personaggi illustri come Amerigo Vespucci (battezzato il 18 marzo 1454), Niccolò Machiavelli (4 maggio 1469), Lisa Gherardini, la ‘Monna Lisa’ ritratta da Leonardo (15 giugno 1479), Cosimo I de’ Medici (20 giugno 1519, battezzato otto giorni dopo la nascita), Antonio Meucci (14 aprile 1808), Bettino Ricasoli (10 marzo 1809), Carlo Lorenzini ‘Collodi’, il babbo di Pinocchio (25 novembre 1826) e altri.
Fino ai primi decenni del XX secolo chi nasceva a Firenze veniva battezzato nel Battistero di San Giovanni Battista. Ma è solo con il Concilio di Trento, e, in particolare, con il Decretum de reformatione matrimonii dell’11 novembre 1563, che diventa obbligatorio per tutte le chiese battesimali della cristianità di tenere libri speciali per la registrazione dei battezzati. La città di Firenze aveva anticipato di almeno sessant’anni tale pratica, attestata dal 1429, benché i primi registri battesimali conservati all’Opera del Duomo prendano le mosse dal 1450. “Per diversi secoli prima del 1450 – spiega Lorenzo Fabbri, responsabile dell’Archivio Storico – i battesimi avvenivano sempre in Battistero ma non si tenevano registri battesimali. Sappiamo però che, almeno dal primo Trecento, il pievano di San Giovanni teneva il conto dei battezzati distinti per genere, ponendo, in due bacili, una fava nera per ogni maschio e una bianca per ogni femmina. Ma di questi dati non rimane traccia alcuna, se non quanto riporta il cronista Giovanni Villani”. .