“Dare voce a chi non ha voce” era uno dei propositi di Pino Roveredo, lo scrittore degli ultimi. A due anni dalla morte, Trieste si appropria di questo motto dedicando all’autore di Capriole in salita e Mandami a dire una serie di incontri al Teatro Miela per ribadire ‘Grazie (a) Pino’.
Partita ieri con una serata inclusiva di lettura partecipata – frutto dell’incontro informale tra amici, familiari e persone che l’hanno conosciuto -, la rassegna prosegue questa sera con uno spazio di parola libero e senza giudizio promosso dalla redazione di Volere Volare, giornale di strada bimestrale fondato da Roveredo. Al bar del Teatro Miela, dalle 18.30, verrà aperto anche uno speaker corner “per quanti vorranno condividere un’esperienza, un ricordo, una capriola riuscita, bene o male”.
Domani, dalle 16, è in programma “Non solo parole”, atelier di avvicinamento alla scrittura autobiografica e alla narrazione di sé con Antonio Rota e Donata Forlenza. I partecipanti grazie a stimoli e sollecitazioni artistiche e letterarie potranno sperimentarsi nel racconto e nella scrittura di sé in uno spazio-tempo mirato a favorire l’ascolto reciproco e la creazione di un racconto condiviso.
Sabato alle 11 appuntamento poi con Riprendersi la vita: Moreno Montanari, della Società di analisi biografica a orientamento filosofico, e Gabriel Schuliaquer, coordinatore di Volere Volare, saranno in dialogo con la giornalista Elena Dragan per illustrare il metodo biografico e le sue valenze. A seguire lo spettacolo “Bobe” di Mattero Verdiani.
La rassegna è a cura di Bonawentura-Teatro Miela in collaborazione con Associazione di cittadini e familiari di Trieste per la prevenzione e il contrasto alle dipendenze ed Ente nazionale sordi di Trieste.