– ROMA, 24 MAG – FABIO GAMBARO, ‘LO SCOIATTOLO SULLA
SENNA’ (FELTRINELLI, PP. 168, EURO 18)
‘Lo scoiattolo sulla Senna’, del giornalista Fabio Gambaro,
racconta gli anni parigini di Italo Calvino – di cui quest’anno
ricorre il centenario della nascita. Lo ‘scoiattolo’ del titolo
è un riferimento a Cesare Pavese: lo scrittore delle Langhe,
recensendo il romanzo ‘Il sentiero dei nidi di ragno’, definì il
collega Calvino uno ‘scoiattolo della penna’.
Nella Ville Lumière – città amata anche dalla moglie Chichita –
Calvino rimase dal 1967 al 1980. Abitava in una bella casa, al
numero 12 di square de Châtillon; aveva un grande studio,
ricavato nella mansarda: alle pareti libri, stampe varie, e il
celebre poster di Snoopy alla macchina da scrivere.
Gambaro conduce il lettore nei luoghi frequentati da Calvino,
l’autore del ‘Barone rampante’ faceva la spesa nei negozi di
quartiere e nei mercati settimanali, tra cui quello della rue de
Buci, e con la figlia Giovanna si recava allo zoo del Jardin des
Plantes; il ricordo del rettilario finisce nelle pagine di
‘Palomar’.
La capitale francese è letteratura a cielo aperto e Calvino vi
ritrovava le memorie di care letture: le opere di Dumas, Hugo,
Balzac, Verne, Stendhal, Maupassant.
Calvino viaggiava tanto in metropolitana, e al riguardo ebbe
a dire: ‘forse in questo mio rapporto col Métro entra anche il
fascino del mondo sotterraneo: i romanzi di Verne che mi
piacciono di più sono Le Indie Nere e Viaggio al centro della
terra’. Ma la metropolitana lo faceva anche passare inosservato,
cosa che a lui non dispiaceva: ‘Io credo che la condizione
ideale dello scrittore sia questa, vicino all’anonimato: è
allora che la massima autorità dello scrittore si sviluppa,
quando lo scrittore non ha un volto, una presenza, ma il mondo
che egli rappresenta occupa tutto il quadro’.
Lui e Chichita erano entrambi cinefili, le sale dove andavano
più spesso erano Le Champo, Espace Saint-Michel, Reflet Médicis
. Sceglievano film di ogni genere: dagli horror ai fantastici,
da quelli degli anni Venti e Trenta, alle pellicole di prima
visione.
Nel tempo libero andava a salutare il suo amico Raymond
Queneau, l’autore di ‘Esercizi di stile’.
Calvino lascia la Francia verso la metà del 1980. Prima di
partire dona alla biblioteca dell’Istituto italiano di cultura
di Parigi centocinquanta volumi. Si trasferisce quindi a Roma,
in piazza Campo Marzio 5, in un appartamento grande con
terrazza-giardino, e uno studio pienissimo di libri, arredato
con le sculture di Melotti e i quadri di Steinberg. .