Perché si scrive “quoziente” con la “q”, ma “cuore” con la “c”? Qual è la particolarità di “soqquadro” e “taccuino”? Perché è corretto dire “scuola” e non “squola”? Ecco la spiegazione su come usare correttamente “c”, “q” e “cq” e imparare l’uso corretto di queste possibilità ortografiche.
Fra le tante trappole della nostra grammatica, che mette in difficoltà sia gli studenti che i più esperti, troviamo sicuramente la differenza tra la c dura, la q e il gruppo cq. Queste possibilità ortografiche hanno infatti la stessa pronuncia, rendendo in alcuni casi difficile la loro distinzione e secondo quali regole. Ecco allora una rapida guida per orientarsi nell’argomento e sapere come utilizzarle correttamente.
Il gruppo cq si utilizza per scrivere il lemma acqua e tutti i suoi derivati e composti: acquario, risciacquare, acquedotto…), ma viene utilizzato anche per i verbi acquistare e acquisire e per le forme di prima e terza persona singolare del passato remoto: (io) nacqui, (lui/lei) piacque.
Qu e cu vengono spesso confusi. Da regola, è obbligatorio usare qu quando la u è seguita da un’altra vocale, come per esempio in quaderno, questione, equilibrio, ecc… Invece, se la u è seguita da una consonante è necessario ricorrere all’uso di cu, come in cucina, custode, curiosità…
Vi sono, tuttavia, delle eccezioni: come scuola e circuito, e alcuni verbi tra cui percuotere, cuocere ed evacuare, che non rientrano nella prima regola; altri, invece, non rientrano nella seconda regola, come gli aggettivi in -cuo (innocuo, cospicuo, ecc…) che anche se hanno la u seguita da una vocale si scrivono con la c.
A iniziare con il gruppo cu possiamo notare che sono solo cinque le parole: cui, cuocere, cuore, cuoco e cuoio.
Infine, attenzione a due parole diverse dalle altre che abbiamo citato sopra, cioè soqquadro e taccuino, rispettivamente l’unico termine italiano in qq e l’unico termine italiano in cc, e che costituiscono quindi una piccola e singolare deroga alle norme appena descritte.