(di Alessandra Magliaro) ‘Leggere pericolosamente’: il suo ultimo libro uscito da Adelphi ha già un titolo esplicativo. Con il capolavoro ‘Leggere Lolita a Teheran’, pubblicato con successo ormai 21 anni fa, è diventata famosa anche in Italia ma Azar Nafis, scrittrice iraniana tra le più note, ha la capacità comunicativa di essere connessa con tutto il mondo e la sua voce è tra le più ascoltate della diaspora iraniana.
“Sono preoccupata per la prima volta come mai prima, siamo ad un picco di pericolosità mai visto, siamo sul bordo di una guerra – dice in un’intervista all’ANSA la 76enne autrice che vive in America in esilio da molti anni -. Sono in grande ansia per me stessa, per i familiari ma non solo ovviamente, quello che stiamo vedendo è follia. Non so – aggiunge al telefono la scrittrice che è da sempre una voce antagonista del governo di Teheran – quanto in Iran ci sia questa percezione che abbiamo noi in Occidente. Il fatto è che in Iran da tempo c’è una guerra vera del regime contro le persone che lo contrastano, le donne che scendono in strada senza velo, le persone che ballano, i ragazzi che protestano, loro stanno conducendo una lotta incredibile e non violenta contro cui il regime muove una guerra quotidiana e di cui non si parla, che fa vittime e torture”.
Secondo Azar Nafis “in Iran c’è già una guerra vera, l’attacco a Israele è qualcosa di comodo e non solo per gli ayatollah: sia loro che Netanyahu hanno dei grandissimi problemi interni che mettono a repentaglio il loro potere e dunque penso che l’attacco di queste ore sia un’arma di distrazione di massa per Iran e Israele”.
La guerra interna, come la definisce con voce incrinata l’autrice che è costretta ad una vita molto accorta, “non è per niente politica, è una guerra esistenziale di persone che lottano per vivere nei diritti e nella democrazia. Gli attacchi con i droni sembrano un videogioco rispetto alle pallottole che si prendono in strada gli studenti, le ragazze e tanti iraniani.
Queste persone sono un simbolo, un faro per tutti ed automaticamente un bersaglio: in ogni Paese chi è in affari con la libertà è in pericolo, non a caso donne, minoranze, intellettuali sono attaccate dal regime. Ma cosa faranno mi chiedo? Metteranno tutti in prigione? Per questo in cuor mio ho fiducia”.
Azar Nasif oltre che autrice di bestseller è anche un’attivista, l’ultima sua chiamata è accanto alla Pen Society americana per rilasciare Narges Mohammadi, la scrittrice-attivista premio Nobel che è in prigione in Iran.
Accanto ai civili prime vittime delle guerre, dagli ucraini ai palestinesi, Azar Nasif si è detta incredula per la possibilità che Trump possa essere rieletto (“gli americani forse non hanno ben chiaro, rispetto ad altri popoli che lottano per i diritti, il potere della democrazia”). “Mi sento vicina alle parole di David Grossman e agisco in questi tempi pericolosi per farle mie: ‘non diventare come il tuo nemico’, ci provo ogni giorno a restare me stessa ed essere in connessione con il mondo che vuole essere lontano dalla guerra”, conclude.
‘Leggere Lolita a Teheran’ è anche un film con Golshifteh Farahani, Zar Amir-Ebrahimi e Mina Kavani e la regia di Eran Riklis (Il giardino dei limoni), una produzione Italia (Minerva) e Israele.