ETSU INAGAKI SUGIMOTO, COME UN FIORE DI CILIEGIO NEL VENTO (GIUNTI, PP. 312, EURO 18) Bestseller internazionale, Come un fiore di ciliegio nel vento, esce per la prima volta in Italia, edito da Giunti. Disponibile dal 17 gennaio in libreria. Pubblicato per la prima volta a New York nel 1925, è il romanzo autobiografico di Etsu Inagaki Sugimoto (1874 – 1950), figlia di un samurai; è anche il racconto dell’incontro tra due culture, quella dell’Oriente e quella dell’Occidente. Perché lei si trasferì giovanissima negli Stati Uniti. In America Sugimoto scrive il testo incoraggiata dal giornalista Christopher Morley. Lo stesso Morley lo spiegava nell’introduzione alla prima edizione:”Diversi anni fa, chiesi alla signora Sugimoto di scrivere, per la mia rubrica su un giornale di Philadelphia, qualche breve ricordo della sua infanzia in Giappone. La storia del cane Shiro, di cui mise in pericolo il futuro benessere offrendogli il proprio cuscino; l’esasperazione infantile per i suoi capelli ricci; il profondo sbigottimento quando scoprì che, in realtà, le donne americane non erano più pudiche di quelle giapponesi: questi e altri affascinanti episodi furono stampati per la prima volta su quel giornale e, a poco a poco, confluirono in questo libro bellissimo ed emozionante”. Scrittrice e docente alla Columbia University, Sugimoto nasce a Nagaoka, riceve un’educazione rigida e in seguito alla morte del padre, viene promessa in sposa a un amico del fratello, e si trasferisce in America. Come un fiore di ciliegio nel vento è a metà tra il memoir e la saga familiare, una storia di formazione al femminile che avvicina in modo profondo al mondo e alla cultura giapponese, anche smontando alcuni luoghi comuni:” Il Giappone viene spesso definito dagli stranieri la terra del sole e dei ciliegi in fiore. Questo perché generalmente i turisti visitano solo le regioni orientali e meridionali del Paese, dove il clima è mite tutto l’anno. Sulla costa nordoccidentale, invece, gli inverni sono lunghi e non di rado la neve copre il terreno da dicembre a marzo o aprile”, racconta Sugimoto nell’incipit.