– POLIGNANO A MARE, 06 LUG – Certamente c’è un’auge del nazionalismo in Europa, un movimento antieuropeo e anti globalizzazione, ma ha un carattere proprio, è diverso da quello del 20/o secolo, con mire espansive, come nel caso invece di Putin. Questo si ripiega su se stesso, i Paesi si chiudono, non vogliono far entrare altri da fuori, vogliono una cultura uniforme. Non ci sono stati finora sbocchi violenti di questi nuovi nazionalismi, ma chissà cosa succederà in futuro”. Lo dice lo scrittore basco Fernando Aramburu, protagonista di un incontro sul suo nuovo romanzo, Figli della favola (Guanda) a Il libro possibile, il festival letterario, sostenuto da Pirelli, a Polignano a mare dal 5 all’8 luglio e a Vieste dal 18 al 22.
Incontrando i giornalisti, lo scrittore accenna anche alle rivolte in Francia: “Ci sono tensioni sociali che sono scoppiate adesso ma che sono lì da anni, e che, dopo l’uccisione di quel ragazzo sono venute fuori – dice all’ANSA -. Quello che si nota è che queste rivolte scoppiano sempre per mano dei giovani. Mi sono chiesto perché, Anch’io lo sono stato ed allora credevo in utopie, sogni e si può anche pensare che la risoluzione ai problemi possa essere la violenza. Invece questa non è mai la soluzione, anzi, aggrava le tensioni della società, per questo mi preoccupa moltissimo quello che sta accadendo in Francia”.
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