È morto il grande poeta portoghese Nuno Júdice, esponente di spicco della poetica del “ritorno al reale”. Lo annuncia la casa editrice i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno che ha pubblicato la sua ultima raccolta di versi tradotta in italiano, La casa della poesia.
Judice, che avrebbe compiuto 75 anni il 29 aprile, era nato a Mexilhoeira Grande, in Algarve, nel 1949.
Professore di letteratura comparata all’Università Nova di Lisbona, dove si era laureato in letteratura romanza, Nuno Manuel Gonçalves Júdice Glória, conosciuto come Nuno Judice, è stato collaboratore delle riviste O tempo e o modo e Jornal de letras e, dal 1996, direttore di Tabacarias, edita da Casa Fernando Pessoa. Dal 1997 al 2004 è stato addetto culturale presso l’ambasciata portoghese di Parigi. Il suo debutto letterario è avvenuto con Il Concetto di Poesia nel 1972.
Autore prolifico, scrittore, saggista e critico letterario oltre che poeta, è stato tradotto in diverse lingue. Tra le sue opere uscite in Italia, La poesia corrompe le dita e La cospirazione Cellamare. La casa della poesia, tradotto da Emilio Coco – che raccoglie poesie scelte nell’arco della sua vita, da quelle della gioventù alle più recenti – può essere considerato una sorta di suo testamento poetico. La scrittura rappresentava per Júdice anzitutto una pratica, un concreto “fare” che deve far parte della quotidianità, paragonata al lavoro domestico di fare il bucato, cuocere il pane, recarsi in un negozio di alimentari per fare acquisti e uscirne senza aver comprato niente “ma con la poesia nella borsa della spesa” ricorda in una nota la casa editrice di Stefano Donno.
Nei versi di Júdice regna l’essenza del significato che ogni parola acquista magicamente nel verso. “Mi piacciono le parole esatte, quelle che colgono il centro delle cose. E quando le trovo/ è come se le cose uscissero dal loro interno” recita la poesia ‘Il posto delle cose’.Un altro tema presente nel libro è quello della memoria, legato in modo indissolubile alla poesia che con le sue parole fa rinascere, riporta alla luce le esperienze vissute, come il postino che portava le lettere al giovane Nuno, trasponendo i ricordi in una dimensione che i portoghesi chiamano saudade, un sentimento affine alla nostalgia e a una sorta di malinconia per qualcosa che si è perso ma rivive nel ricordi. Nell’antologia ci sono anche poesie che richiamano il paesaggio dell’Algarve, regione del Portogallo oggi molto frequentata dai turisti, ma che nell’entroterra mantiene ancora in parte tutto il fascino di una volta.