Addio al filosofo e italianista Janos Kelemen, fondatore e presidente della Società Dantesca Ungherese. Autore di più di venti monografie e oltre cinquecento saggi e articoli nel campo della filosofia del linguaggio, della storia del pensiero italiano, degli studi su Dante e su Lukács, i suoi libri sono apparsi in Ungheria, in Italia e negli Stati Uniti. Nel 2014 l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo ha insignito dell’onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia nel grado di Commendatore.
Lo annuncia l’Accademia d’Ungheria in Roma di cui è stato direttore dal 1990 al 1994, che esprime le “più sentite condoglianze a sua moglie, la professoressa Judit Bárdos e a sua figlia, la professoressa Ágnes Kelemen”.
Membro dell’Accademia Ungherese delle Scienze e vicepresidente del Dipartimento di Filosofia e Storia, János Kelemen , nato nel 1943 a Kassa (Košice nell’odierna Slovacchia) era affettuosamente chiamato Jimmy nella cerchia degli amici e degli studiosi. Professore emerito dell’Università Elte di Budapest, Kelemen, nel corso della sua carriera scientifica e culturale, è stato insignito di numerosi premi e onorificenze tra cui il premio Sabetia Ter (Napoli, 1992), il premio Salvatore Valitutti (per il libro Idealismo e storicismo nell’opera di Benedetto Croce, Salerno, 1995), il premio Ránki (Accademia Ungherese delle Scienze, 1998) e il premio Internazionale Benedetto Croce (Messina, 2003). A questi si aggiungono il premio Széchenyi (conferito dal presidente della Repubblica d’Ungheria per i suoi studi nel campo della filosofia del linguaggio, la filosofia della storia e la storia del pensiero italiano, 2007), il premio internazionale Rosario Rubbettino (Cosenza, 2008), il premio Accademico (Accademia Ungherese delle Scienze, 2016) e il premio Galileo Galilei per la Storia del Pensiero Italiano (2018).