La scrittrice sarda Cristina Caboni, con “La ragazza senza radici” (edito da Garzanti) ha vinto la nona edizione del Premio nazionale eno-letterario Vermentino.
La cerimonia di premiazione, presentata da Neri Marcorè, si è svolta al Museo Archeologico di Olbia.
Un romanzo ambientato nell’affascinante contesto della coltivazione della vite e della produzione del vino, che simboleggia in modo potente la necessità di affondare le radici per prosperare e di far decantare il passato per rivelare la verità. L’autrice esplora temi profondi come l’identità, la maternità, l’abbandono e la forza dei legami affettivi.
Maria Amelia Lai, presidente della giuria tecnica, ha svelato il nome della vincitrice “per un premio che anche in questa occasione ha dimostrato un grande valore umano e contenuti veri che interpretano al meglio lo spirito del “Vermentino”. Quelli che sono stati in grado di esprimere tutti gli autori anche in questa bellissima nona edizione, ancora una volta di ottimo livello”.
Neri Marcorè dal palco ha guidato il pubblico e i protagonisti attraverso un percorso fatto di dialoghi, letture e riconoscimenti. L’evento si è aperto con un breve dialogo sul palco moderato dall’attore e showman, che ha accolto il presidente della Camera di Commercio di Sassari, Stefano Visconti, la vice sindaca e assessora alla Cultura del Comune di Olbia, Sabrina Serra (anche giurata del Premio), e il vice sindaco di Castelnuovo Magra, Luca Marchi.
La cerimonia ha preso il via con l’assegnazione delle Menzioni speciali, introdotte da Luca Marchi insieme a Marco Piro, neo presidente del Consorzio di Tutela del Vermentino di Gallura DOCG. Le menzioni speciali sono andate a: Enrico Beccastrini con “DOCG: di origine criminale garantita” (Carmignani Editrice); Clizia Fornasier con “Volevo sognarmi lontana” (HarperCollins).
“Premio Territorio” ex aequo a due volumi: Ludovica Elder con “I vestiti della domenica” (Piemme) e Franco Faggiani con “Basta un filo di vento” (Fazi editore).
Novità internazionale di questa edizione il Premio Narrativa Straniera, che è andato all’opera “Intrecci di vite. Elogio della caparbietà dei vignaioli”, scritto dall’autrice francese Laure Gasparotto in collaborazione con il compianto Alain Graillot (scomparso nel 2022).