RAFFAELLA CASE ‘UNA TESTA PIENA DI RICCI’ (CORBACCIO, PP. 204, 16,90 EURO) Un viaggio lungo tutto lo Stivale per ritrovare le proprie radici. E un viaggio dentro a se’ stessa per conoscersi un pochino di più. È la storia di Zhenga: dodici anni e tante domande che le frullano in testa da quando la prof Ricciardi, la sua preferita, ha dato per compito in classe quello di disegnare il proprio albero genealogico. Una mamma veneta trapiantata a Milano, un papà nato in Ruanda, un nonno appassionato lettore di Tex e con la malinconia dei suoi monti: Zhenga si accorge all’improvviso che c’è qualcosa della sua famiglia che le sfugge e, come spesso accade alla sua età, decide che le risposte se le troverà da sola. Parte così la sua avventura. A farle compagnia, ma anche a complicare un po’ le cose, l’impertinente cespuglio di capelli che si ritrova sulla testa e che cambia forma in sintonia con il suo umore. ‘Una testa piena di ricci’ è il brillante esordio da scrittrice di Raffaella Case. In 204 pagine racconta l’avvincente tour della protagonista tra colpi di genio e di fortuna. Zhenga è un personaggio al quale non ci si può che affezionare. Da Bologna alla Basilicata ad ogni tappa ‘Bao’, il cespuglio di capelli che ha così ribattezzato insieme al nonno, cambia forma e si evolve in parallelo con la sua proprietaria che inanella una serie di incontri epici che le riveleranno, via via, qualcosa di lei, delle tante lei che convivono nella sua testa e nel suo cuore, come in ognuno di noi.
I conti con il passato e le proprie radici, le difficoltà a collocarsi nel mondo per una ragazza di seconda generazione, il rapporto con la propria famiglia. La storia di Zhenga è questo e molto altro. Un libro dal ritmo avvincente scritto con una freschezza e un’ironia che pagina dopo pagina conquistano il lettore.